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MADDALONI- Ma quello che vale a Caserta non vale a Maddaloni? Pina Picierno è furiosa: lo scivolone imbarazzante alle provinciali l’ha in dotta alle estreme conseguenze. L’ex commissario cittadino di Maddaloni scrive: «Sarò impegnata a chiedere, a tutti i livelli, che chi ha votato il candidato presidente del centrodestra venga collocato dove già si è posto con la sua condotta spregiudicata: fuori dal perimetro del partito democratico». Il riferimento è all’on. Gennaro Oliviero, reo secondo la Picierno (ricordiamo ex commissario cittadino di Maddaloni con incarico quasi biennale) prima di «aver avuto il coraggio di candidarsi con Renzi e fatto votare Emiliano» e poi non «ha esitato a sostenere in modo spudorato il candidato presidente del centrodestra». Bene. Di più: molto bene  Posto il principio, dato il metro di misura esso va applicato sempre, comunque e dovunque. In politica il «metodo dei due pesi e delle due misure» da ai nervi. E la Picierno, giustamente, chiederà a tutti i livelli che sia messa la parole fine a certe ambivalenze politiche. Bene. Anzi, di più: benissimo. Ma la domanda sorge spontanea: ma questo vale anche per Maddaloni e a Maddaloni? Si da il caso che si è appena concluso il congresso straordinario dove sono volati gli stracci: una candidato (oggi segretario) ricusato da metà partito autosospeso. E Peppe Razzano (insieme a quattro ex consigliere comunali e tanti altri) ha messo pure nero su bianco: «Oltre alle suddette anomalie procedurali, riteniamo che la partecipazione al congresso come candidato alla segreteria di Alfonso Formato sia un atto che non possiamo mai riconoscere. Tutti conoscono la posizione assunta prima, durante e dopo la campagna elettorale dall’ex segretario dei Giovani Democratici in netta contrapposizione al percorso portato avanti dal Partito Democratico e dal centrosinistra. Nonostante ciò abbiamo dimostrato di essere responsabili e coerenti con il percorso politico, di aver chiesto il congresso e di aver dato la disponibilità per una soluzione condivisa. E’ inaccettabile che possa essere accolta la candidatura a segretario cittadino di chi ha contribuito alla sconfitta elettorale del candidato sindaco del Pd Giuseppe Razzano. Riteniamo grave il mancato accoglimento dell’appello del commissario provinciale Franco Mirabelli al commissario cittadino Pina Picierno per il rinvio del congresso». Ravvisiamo tra le due vicende una qualche analogia e similitudine. Ora, ad di là delle ultime battaglie congressuali, già in precedenza nel Pd locale erano stati chiesti provvedimenti a carico di chi non ha sostenuto (durante le Primarie, il primo turno e il ballottaggio) il candidato del Pd, perché non si è intervenuti? Non è forse la causa questa della spaccatura verticale che oggi sconquassa il partito locale? Allora non sono stati  presi provvedimenti. Ora, invece si fa fuoco e fiamme. Chi sostiene il candidato dello schieramento avverso è fuori dal perimetro del Pd. Ma non è che questo Pd ha una geometria variabile? Il perimetro diventa più stretto o più largo a seconda dei casi e delle convenienze? Direbbe il buon  e indiscusso maestro Ciriaco De Mita con la sua inconfondibile dizione: «Nonne è giusto questo metodo articolato e ambivalente. La “b”olitica è una dal centro alle “b”eriferie». O no?

bocchetti