00 3 min 7 anni


E dacci oggi la nostra dose di omertà quotidiana. Maddaloni ormai tutto tollera in silenzio: soprattutto la vergogna, gli atti contrari al buon senso, alla buona politica e alle regole della buona amministrazione. Da oggi, e non si sa per quante settimane, anche gli operatori che assistono gli anziani non autosufficienti resteranno a casa. In almeno 20 hanno perso il lavoro. Dallo scorso 15 luglio, gli anziani non autosufficienti hanno perso ogni forma di assistenza socio-sanitaria domiciliare. Quella finanziata con i fondi di coesione sociale Pac dal Ministero degli Interni su tutto il territorio nazionale. Ovunque tranne nei comuni del sud-est casertano, sempre più vagoni di coda del treno italico. Sta accadendo a Maddaloni, Santa Maria a Vico, San Felice a Cancello, Cervino, Valle di Maddaloni e Arienzo, in quel mitico «ambito sociale intercomunale C2» che è l’unico in Regione Campania, e quindi in Italia, che non ha un comune capofila. Un ente capofila comunque formalmente c’è ed è Santa Maria a Vico che nel ruolo di uscente, ancora non ratificato dalla Regione, non decide più. E Maddaloni, futuro ente capofila, nemmeno può decidere. In mezzo c’è una pattuglia di anziani sepolti vivi con le loro famiglie che non fanno notizia. Anzi sono pure mal sopportati e danno anche un poco fastidio alla serafica burocrazia territoriale. Cosa volete che importa di quattro anziani? Non importa a nessuno: nemmeno alle truppe cammellate sul territorio, che lo scorso dicembre si stracciavano le vesti o per riformare e o per difendere la Costituzione. Oggi, serenamente indifferenti al cospetto del mancato rispetto di alcuni dei principali diritti costituzionali. Tacciono tutti: la Prefettura. investita sul caso con una lettera aperta (firmata da familiari e operatori); i sindaci di Maddaloni e Santa Maria a Vico e soprattutto i neoconsiglieri comunali di Maddaloni (tranne qualche eccezione), che in attesa del prossimo consiglio comunale  sembrano in vacanza. Quale migliore occasione, per debuttare nella propria funzione istituzionale, che farsi portavoce di un disagio sociale così grave? Accumulare voti e consensi è una condizione necessaria ma non sufficiente per essere considerati consiglieri comunali. Che tali sono se si misurano con i problemi che feriscono la carne viva del territorio. Diversamente, si è come un po’ come quei calciatori di calcio che siedono perennemente in tribuna senza mai affrontare o calpestare il terreno di gioco.

bocchetti