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MADDALONI- Dall’altra parte della barriera sanitaria. La macchina del “Covid Hospital” è partita: operativa la terapia intensiva. Domani mattina, entra in funzione anche il servizio radiografico che secondo il manager Russo potrà essere esteso anche a a domicilio. Vediamo quale sarà la vita oltre la barricata, vista con gli occhi dei possibili pazienti e degli operatori sanitari. Questi ultimi, per la cronaca, sorridono ad ascoltare le dichiarazioni melliflue di consiglieri regionali e consiglieri comunali che parlano di eroismo dopo essere stati per decenni bollati con etichette infamanti. Si è avverata, ancora una volta, una verità evangelica: “La pietra scartata dal costruttore è diventata testata d’angolo”(Matteo 21,33-43.45-46). Così, quelli che per anni hanno praticato l’indifferenza amministrativa., politica e gestionale si sono convertiti diventando tifosi. Torniamo alla realtà. Il perimetro del nosocomio è davvero una barriera sanitaria invalicabile per il personale non autorizzato. Porte aperte solo ai pazienti, con diagnosi sospette o conclamate di contagio da Covid-19, ma assolutamente chiuse ai familiari dei degenti. Sia chiaro: non esiste nemmeno un servizio di Pronto Soccorso. Chiunque sia alle prese con sintomi influenzali deve contattare il medico di famiglia, il numero verde regionale 800909699 e il 1500. Non sono ammesse visite de parenti e nemmeno accessi in caso di ipotetici decessi. In pochi giorni è cambiato tutto: la terapia intensiva che a regime avrà sei/sette  posti fino ad un massimo di 16. Intanto, i primi ventilatori sono stati installati nel blocco chirurgico. Qui, nove posti letto di terapia intensiva sono stati ricavati dalle sale operatorie. A cui si aggiungono tre per la terapia sub intensiva. In via di ultimazione la preparazione degli spazi per le degenze anch’essi dotati di ventilatori: ultimata la ristrutturazione dell’ex reparto di medicina. Complessivamente, saranno disponibili 40 posti letto per le degenze. Ma cosa accade una volta superata la soglia? Rivoluzionati i percorsi di acceso e uscita per dipendenti e pazienti. Per questi ultimi, il triage sarà effettuato solo presso la tendostruttura esterna della Protezione Civile. Chi sarà sottoposto a tampone, accederà alle stanze di isolamento temporaneo, sotto il monitoraggio di telecamere e la vigilanza diretta del personale nell’attesa dell’esame. In caso di degenza non saranno ammesse visite. Ancora di più nell’eventualità (ci auguriamo remota) di un accesso alla terapia sub intensiva o intensiva. In presenza di eventuali eventuali decessi, la salma sarà trasportata con una barella con sarcofago di metallo e immediatamente portata al cimitero. Solo qui i familiari potranno assistere, in numero ristretto, ad u rapido rito funebre. Regole rigide anche per il personale paramedico e gli operatori-socio sanitari obbligato a seguire percorsi separati di pulito e sporco. Nell’attesa dell’entrata a regime detta struttura, sono sottoposti all’addestramento sul campo, all’acquisizione delle tecniche di vestizione e di comportamento in reparto attraverso video tutorial. Dopo avere eseguito le procedure di vestizione, non potrà lasciare l’area operativa. Ingressi e uscita, con percorsi pulito/sporco sono rigidamente separati. Attive 24 ore su 24 le squadre di sanificazione dei reparti. Ma la vera battaglia si vince fuori seguendo scrupolosamente le prescrizioni sanitarie per arginare la diffusione del contagio, restando a casa e seguendo con assiduità le indicazioni della autorità sanitarie.

Redazione