Una volta c’erano il Bar Daniela ed il Lithium, tra poco alzerà la serranda, nella centrale Piazza Ferraro, un nuovo spazio dedicato a spuntini e bevande. E’ il business del momento con dati tutti positivi. Piccoli/medi investimenti, senza formazione e molto guadagno.
Eravamo quattro amici al bar, cantava molti decenni fa Gino Paoli in uno dei suoi più brillanti successi. Un brano che ancora oggi ci ricorda come le aspirazioni di gioventù si spengono con i primi capelli bianchi. I tempi cambiano ovunque, Maddaloni non può essere da meno. La nostalgia non può certo evitare al futuro di fare il suo corso. Anche la gloriosa Piazza Ferraro ha la sua luccicante insegna di un nuovo Distributore Automatico H24 pronto ad alzare la serranda nel cuore della città. La data di apertura ancora non si conosce ma cambia davvero poco. Tra qualche giorno per una Coca Cola basterà pigiare un anonimo B24 sulla grande vetrina luminosa, per uno snack forse basterà fare C13…chissà.
Certo, una serranda che si alza tra le decine che si abbassano per sempre è comunque una buona notizia. Il business è business e non può certo tenere conto del passato, di quando Piazza Ferraro era sinonimo di aggregazione, struscio, discussioni e sguardi da batticuore. Il caffè e l’aperitivo diventavano il pretesto per lunghe chiacchierate a tema libero con il padrone del locale. Con Salvatore del Bar Daniela parlavi del Napoli mentre sorseggiavi uno dei suoi cocktail, con Filippo del Lithium provavi l’ultima novità in termini di panini artigianali ed intanto ascoltavi buona musica live.
Tra qualche giorno, a Maddaloni, per un tramezzino confezionato basterà recarsi alla macchinetta di ultima generazione, dove semmai potrai caricare anche il credito con lo smartphone, e gustare il prelibato snack. I distributori automatici hanno invaso le città (a Caserta hanno conquistato Piazza Mazzini) anche perché il settore del vending sembra dare ottimi profitti con piccoli/medi investimenti. Poche norme da seguire, zero personale, costi contenuti e un giro d’affari in Italia che si aggira intorno ai 1,5 miliardi di euro l’anno (con 830 mila macchine, trentamila addetti, tremila aziende coinvolte – Fonte Il Sole24Ore).
A perderci è soltanto la poesia, il piacere di una chiacchiera tra una consumazione e l’altra. Forse, per le nuove generazioni, va benissimo così: dagli schermi degli smartphone, passeranno alle tastiere delle macchinette
Dapprima le stazioni di treno e metro, poi le università, gli uffici, gli ospedali ed infine il grande salto: la strada. Al posto di bar e piccoli ritrovi di amici, ecco la macchinetta H24 che accontenta tutte le esigenze in ogni momento della giornata. Con i distributori automatici scompare anche la formazione, il giovane apprendista che andava a muovere i primi passi nel bar della città per imparare a fare il caffè e conoscere i segreti di come coccolare la clientela. In tante città, inoltre, non sono mancate le polemiche per gli atti vandalici e per la somministrazione facile di alcool ai minorenni. Ma questi sono discorsi di alto rango.
Piazza Ferraro a Maddaloni, da anni a luci spente, con pochissime insegne ancora accese e tanti spazi non propriamente puliti e legali, accoglie il suo primo H24, le macchinette con le quali non si potrà dialogare ma che saranno sempre pronte a servire un caffè caldo. Da bere nel rigoroso freddo di uno spazio senza socialità. Le nuove generazioni passeranno dallo schermo di uno smartphone a quello di una tastiera di erogazione. Forse per loro non cambierà nulla. Gli affari dovrebbero andare bene (sembra si possa arrivare anche ad un utile di cinquemila euro mensili, dati sicuramente riferiti a luoghi e città di grosso consumo, senza tanti controlli e problemi legati all’ordine pubblico). Peccato, però, che il distributore non possa regalare la poesia di un caffè schiumato freddo come quello che prepara Giovanni nel suo Mon Amour mentre ti racconta dell’ultimo episodio accaduto in città
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