Antonio Conte
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Domenica 18 agosto alle 18.30 dal Bentegodi di Verana parte la nuova Serie A del Napoli. tra novità, incertezze e perplessità.

Un mese e poco più. Tanto è bastato ad Antonio Conte per capire che il problema del Napoli “non è tattico“, come ha precisato nel corso della conferenza stampa pre Verona-Napoli. O almeno non solo tattica

La situazione trovata al suo arrivo nel suo complesso, ovvero gruppo squadra, staff dirigenziale, gambe e testa è “all’anno zero“.

Tra Dimaro e Castel di Sangro, mister Conte ha capito che “la ricostruzione è totale“, proprio come l’aveva definito il presidente azzurro Aurelio De Laurentiis. Anzi peggio: “mi aspettavo di trovare una situazione migliore, mi aspettavo di meglio“, ha dichiarato senza peli sulla lingua.

Il riferimento non è solo alla situazione ambientale all’interno dello spogliatoio o negli uffici dirigenziali. Il riferimento è anche al mercato, bloccato dalla difficoltà di cedere Viktor Osimhen, il pezzo pregiato dello scudetto targato Spalletti. “Quando si mettono sul mercato 10-12 calciatori – ha continuato Conte – significa che c’è una ricostruzione in atto, ma per ogni ricostruzione occorrono pazienza ed umiltà da parte di tutti“.

Cessioni “tutte in prestito, senza incassare nulla. Capisco quindi la società e la sua difficoltà a fare mercato“.

E allora come se ne esce? “Dando tutti il 200%. Andando oltre il massimo, anche se oggi non sono in grado di dire qual è questo massimo“.

Ha perso la verve della prima conferenza stampa, Antonio Conte, forse spento da ciò che il campo (tra precampionato ed allenamenti) e, a maggior ragione, il mercato gli hanno detto; ma lui rassicura: “Sono più incazzato di prima e lo trasmetterò; incazzato (non come arrabbiatura, ndr) ma per cazzutagine“.

LE NOVITÀ

Il debutto in campionato sancirà la prima novità in termini di modulo: il 3-4-2-1 provato in precampionato e che nella prima parte delle amichevoli prestagione aveva mostrato il volto nuovo del Napoli, entusiasmando ambiente e tifosi.

La novità maggiore riguarda proprio il reparto difensivo, vera croce dello scorso anno. L’acquisto di Alessandro Buongiorno, che giovedì ha rimediato una distorsione in fase di recupero, ha dato solidità. Dovrebbe essere il perno centrale, con Amir Rrahmani a destra e a sinistra Mathias Olivera, che proprio durante la Copa America si è mostrato un valido braccetto mancino.

Il quinto di sinistra sarà Leonardo Spinazzola, con Giovanni Di Lorenzo che si alternerà con Pasquale Mazzocchi.

LE PERPLESSITÀ

Il centrocampo resta il reparto con più difficoltà in termini di uomini. Sfumato Brescianini, con Gianluca Gaetano e Michael Folorunsho, ai margini della squadra e con la valigia da tempo pronta, resta tutto in mano ai soli Stanislav Lobotka e Frank Anguissa, con il giovane Iaccarino pronto a dare una mano all’occorrenza. Dal mercato, già lunedì, potrebbero arrivare novità e rinforzi.

LE INCERTEZZE

La duplice operazione Osimhen/Lukaku tiene in scacco il mercato, ma anche l’attacco azzurro. Kvicha Kvaratskhelia è la punta di diamante, ma anche l’obiettivo principale delle difese avversarie, che vanno a triplicarlo e anche a quadruplicarlo ad ogni azione, fermandolo con le buone e con le cattive. Matteo Politano è ormi una sicurezza collaudata. Entrambi per il ruolo che hanno e le botte che prendono necessitano di alternative. Cyril Ngonge è una di queste, l’altra con molta probabilità verrà dal mercato (David Neres del Benfica).

È in avanti che il Napoli di Conte è spuntato, senza un vero numero 9. È chiaro che anche Conte non vede Giovanni Simeone come valida alternativa ad Osimhen e Giacomo Raspadori ha altre caratteristiche e altre qualità, utili in tantissime situazioni, ma non a riempire l’area, così come il tecnico del Napoli avrebbe voluto contro il Modena in Coppa Italia.

NAPOLI COME GIANO BIFRONTE

Tant’è, alla vigilia di Verona – Napoli, prima di campionato. Mister Conte in conferenza stampa ha smorzato gli entusiasmi, ma sarà chiamato a far vedere subito qual è la nuova faccia del Napoli.

La prima fase del precampionato ha mostrato un Napoli dal volto proiettato verso il futuro; la seconda parte, un Napoli che è ricaduto negli errori e nelle paure della passata stagione.

Il fischio di inizio delle 18.30 dovrà risolvere questo paradigma: l’anno zero, la ricostruzione totale passa dal superamento della passata stagione (nella testa più che nelle gambe) per proiettarsi in un futuro in cui bisogna dotarsi di tanta pazienza ed umiltà. Magari anche di qualche ottimo rinforzo e del bomber che manca.

Aniello Renga