Sinceramente non vorrei mancare di rispetto al mitico «popolo maddalonese delle primarie», sempre entusiasta e numeroso ; ma ho avuto l’impressione che questo «popolo» non abbia compreso bene a cosa servono, le primarie.
In America, dove le hanno inventate, l’obiettivo non è scegliere il personaggio più simpatico, identitario, vicino alla sensibilità dei militanti, portatore della linea più dura, pura, radicale. L’obiettivo è scegliere il candidato che ha più chances di battere gli avversari. L’uomo in cui possono riconoscersi non tanto i «compagni», quanto la maggioranza dei concittadini .
In Italia, all’inizio le primarie sono state il modo di confermare una decisione già presa dai partiti (Prodi, Veltroni). Poi la scelta è diventata «vera».
Si, una grande partecipazione di cittadini.
Forse qualcuno dirà giustamente che centinaia di cittadini che sono andati a votare non avevano nulla a spartire con il pd.
Che come al solito sono scesi in campo i soliti galoppini, da entrambe le parti.
Qualcuno o più di uno, sono stati accompagnati al seggio con la promessa di qualcosa.
Che fuori al seggio c’erano personaggi che con la politica non avevano nulla da spartire.
Ecco potrei ancora continuare, ma mi fermo qui.
Mi fermo qui dicendo che comunque è stata una bella festa di partecipazione. Tantissimi e dico tantissimi sono andati a votare liberamente per l’uno e per l’altro.
Il giovane Razzano, ha vinto e non ha stravinto.
L’organizzazione è stata perfetta e questo è già un buon segno per ripartire.
Ripartire dai giovani, che hanno creduto in Smarrelli, in Ventrone che ha sacrificato famiglia, sindacato e lavoro per dare la migliore organizzazione. Ai tanti cittadini che si erano allontanati dalla politica. Ai tanti politici perbene che avevano lasciato il pd.
Ora continuare a ricercare un nemico, o più nemici in casa è un esercizio asfittico che toglie forza e autorevolezza a tutti, in particolare a chi rappresenta ruoli istituzionali e di primo piano a livello politico. Con Giuseppe e Flavio che ci hanno messo la faccia, bisogna ora costruire un’agenda di lavoro che guardi allo sviluppo, all’innovazione di questa città e ad un partito che deve uscire dal commissariamento capace di sostenere e sollecitare le sue istituzioni perché ha idee, perché mette donne e uomini al lavoro e non in copertina.
Secondo me da Maddaloni può nascere una nuova fase basterà capire come organizzarsi, come mettere in rete le diverse esperienze ,recuperare un legame spezzato con una parte di società che rischia di rimanere esclusa dal dibattito politico, restituire valore e dignità alle idee di una sinistra che vuole incidere nell’azione del PD e del governo, dare la possibilità a chi ha abbandonato il partito o rischia di farlo di avere un riferimento solido e credibile perché la scelta di allontanarsi non diventi definitiva. Bisogna mettere tutte queste esperienze in rete e dotarsi di una organizzazione che vi consenta di rendere maggiormente coerente e incisivo il lavoro fatto fino ad ora.
L’aiuto a supportarsi, uscire dai confini delle federazioni incapaci, fare tesoro di tutte le esperienze e le competenze che si trovano tra di voi e che hanno subito un ingiusto isolamento in anni in cui la politica si è preoccupata più di comunicazione che di contenuti.
Ai miei amici della sinistra si ricorda che opportuno mantenere la schiena dritta e dire con chiarezza quali sono i principi sotto i quali non sono disposti a scendere a mediazioni ulteriori e su tutto questo bisogno di fare e sostenere campagne e compagni che creino mobilitazione dal basso, su questioni che non possono più aspettare.
Basta con le promesse, basta coi cedimenti a visioni retrograde e conservatrici, la politica deve trovare le forze e il coraggio per mettersi al passo con una società che ci ha dimostrato, spesso è già molto più avanti . Ora c’è tanto su cui lavorare, c’è tanto di cui ragionare. Spero che lo farete, con la consapevolezza che la battaglia è lunga e difficile, senza cedere all’idea che in un partito puoi starci solo e se accetti la linea imposta dalla maggioranza altrimenti è meglio se te ne vai. Basta guardarsi intorno. Guardare ai meravigliosi volontari che hanno permesso la realizzazione di questa festa (ai quali va tutta la mia gratitudine), all’attenzione che c’è intorno a questo vostro percorso, alla fiducia e alla speranza che incontriate, alla sua sensibilità politica e capacità di ascolto, ogni volta che andate ad incontrare la base.
Questi sono i momenti in cui mi convinco che siete davvero sulla strada giusta e su questa strada dovete proseguire, mettendo in campo fino in fondo la vostra vera forza: la vostra passione e un amore incondizionato per la buona politica e per una Maddaloni Migliore.
Razzano la Madonna ti ha accompagnato e ti accompagnerà ancora, ma ora tocca a te.
Carlo Scalera