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Maddaloni. Partiti gli ultimi nove mesi di vita dello stabilimento Colacem: avviato il Piano sociale per la ricollocazione e licenziamento di 33 esuberi

Maddaloni (CE), 2019 Veduta aerea del cementificio Colacem (ex Cementir), sullo sfondo la cava Vittoria Fino al 31 marzo 2019 il cementificio Colacem (ex Cementir) si era visto autorizzare le attività di estrazione nella cava Vittoria per un volume complessivo di oltre 500mila m³ e il raggiungimento della quota finale di fondo piazzale di 92 metri. Nel dicembre 2018 comitati e cittadini hanno fatto ricorso contro il decreto regionale riuscendo a bloccarne le attività.

MADDALONI- Sono i desaparecidos o invisibili del territorio. Tra tanti post farlocchi, annunci disperati dei consiglieri comunali a caccia di meriti e di visibilità, non rientrano quelli sui temi scottanti del lavoro. E nemmeno sulle sfide serie per il futuro del territorio. Sono cominciati gli ultimi nove mesi di vita per lo stabilimento «Maddaloni Cementi S.r.l.» interamente controllato dalla Colacem. La produzione del cemento, sul territorio di Maddaloni, cesserà di esistere con la imminente fine delle scorte residue dell’impianto di macinazione. Il fratto nuovo è che la Regione Campania ha dato il via libera al piano occupazione per «cessata attività». Spento l’altoforno e chiusa l’attività estrattiva, il gigantesco sito di Maddaloni diventerà un magazzino per la vendita del cemento. E per questo si salveranno dal licenziamento solo sette unità su 45 dipendenti. Per le restanti unità è scattato il «Piano sociale»: dopo i nove mesi residui di cassa integrazione, per circa 33 dipendenti si concretizzerà la fine del rapporto di lavoro. Le maestranze sono davanti ad un bivio: ad eccezione della minoranza che potrà essere accompagnata verso il pensionamento, 33 persone dovranno scegliere se aderire alle dimissioni volontarie oppure tentare la ricollocazione occupazionale in altri settori. Le strade sono due: licenziamento con l’ottenimento di un incentivo di fine rapporto che può raggiungere 60 mila euro lordi oppure sperimentare l’innovativo percorso di «outplacement occupazionale». Si tratta dell’affidamento ai servizi di formazione orientamento professionale garantiti dall’ «Agenzia Intoo», specializzata nel reinserimento nel mondo del lavoro. In particolare, il collocamento in nicchie di mercato o specializzazioni non coperte sul mercato del lavoro regionale. Chi, alla fine, non dovesse accettare le soluzioni proposte si ritroverà con il provvedimento di licenziamento. Lo stabilimento resterà presenziato fino al 30 settembre 2022. Poi sarà affidato ai servizi di vigilanza e ai sette dipendenti del punto vendita.

Redazione

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