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MADDALONI- Continua la campagna di installazione delle video trappole. Domani, il vicesindaco Gigi Bove guiderà il completamento con il posizionamento degli apparecchi anche nelle parti non vigilate di via Starzalunga. Dopo la sorpresa e gli annunci crescono le curiosità e i primi interrogativi. C’è attesa per il primo volto che sarà immortalato dalla camere così come l’azione sanzionatoria che sarà comminata. Ma aspettando che il primo topo del sacchetto abusivo finisca nella trappola tesa dalla Buttol srl, sorgono le perplessità. Visto l’accorto appello del vicesindaco alla collaborazione, emerge il rimo dubbio: l’abitudine al conferimento selvaggio è così radicata, forse incoraggiata dalla mancanza di azioni efficaci di contrasto, che sorge una domanda: perché aspettare 18 mesi per avviare l’utilizzo degli apparecchi? E’ una domanda retorica che si trasforma in quesito se indirizzato alla gestioni commissariali e ai funzionari del comune. Se la gente è abituata a fare quello che vuole, bisognava agire subito. Altro interrogativo: ma siamo davvero sicuri che la videosorveglianza, alla fine funzioni? E lecito nutrire riserve: in via Rapillo, i rifiuti sono abbandonati sotto l’occhio (forse cieco) delle telecamere. Lo stesso accade in via Lamia: qui sorge, nel cono visivo della telecamera (visibile nello sfondo della foto) uno sversamento libero di rifiuti. Ma gli impianti funzionano? E chi li guarda? E se non funzionano che senso ha installarli? E se sono stati installati perché non metterli in esercizio? Potremmo continuare all’infinito nel gioco del perché per dimostare che il degrado è il prodotto di due fattori: la comprovata inciviltà e la mancanza di controlli e sanzioni. Le due componenti si alimentano a vicenda come la benzina e l’ossigeno: basta un innesco per far partire la combustione. Più è abbondante l’uno (la benzina dell’inciviltà) e pure l’altro (l’ossigeno dei mancati controlli) e più l’incendio è di vaste proporzioni. E poi c’ un terzo fattore: in alcune aree di Maddaloni, le persone non sono nemmeno a conoscenza del calendario di conferimento dei rifiuti differenziati. E’ come se vivessero in un universo parallelo. E qui scatta l’ennesimo interrogativo: chi ha fatto campagne di informazioni? Sono state sufficienti e chi le ha fatte? Pertanto, possiamo dire che l’inciviltà dei molti, invocata come causa del degrado (e dello scarso tasso di differenziazione sotto il 30 per cento), non è poi tanto elevata. Gli utenti, fanno differenziata senza informazioni, ausili e strutture adeguate. Tirando le somme, la disorganizzazione pesa oltremodo sul territorio e favorisce i furbi, l’illegalità e lo sversamento clandestino. E’ un effetto voluto? Una situazione contingente? Ereditata dal passato? Certamente il contrasto da solo non serve e nemmeno la riorganizzazione. Serve di tutto un po’ a cominciare dalla certezza delle sanzioni.

bocchetti