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MADDALONI- L’emergenza ambientale non conosce vacanza. Si farà la captazione delle esalazioni dei vapori di idrocarburi aromatici in atmosfera e si farà con un bando di gara. E’ la prima svolta nella gestione trentennale del disastro ambientale della Cava Monti. Si tratta ovviamente un progetto propedeutico a quella che sarà la messa in sicurezza del sito. Si procedere alla «captazione di benzene, toluene, xileni, metil-benzene» per rendere l’invaso accessibile e sicuro per gli operatori che dovranno poi lavorare alla progettazione degli interventi successivi. Insomma, si cerca di fermare l’impatto ambientale delle fumarole alimentate dalla reazioni innescate dalle circa 300 mila tonnellate sepolti nell’invaso di Cava Monti. E lo si farà da subito, in tempi celeri, con le procedure che saranno avviate a breve. Su tutto quanto sta accadendo e le prospettive del sito, sequestrato dalla Procura della Repubblica di S. Maria C.V.), quallsiasi intervento è sottoposto anche all’attenzione del Procuratore Capo Maria Antonietta Troncone che periodicamente tiene delle audizioni sullo stato dei luoghi e sugli interventi in programma dei funzionari della Regione. Il progetto di «captazione delle esalazioni di idrocarburi aromatici» è un progetto preliminare a tutti gli interventi risolutivi. Ma è necessario per aprire la strada verso l’inizio del risanamento, per il quale sono stati stanziati 15 milioni di euro più 240 mila per analisi chimiche-fisiche integrative, sembra essere irreversibile. Con la captazione ci sarà un primo risultato importante: la revoca delle ordinanze commissariali, a tutela dell’igiene e della salute pubblica, che vietano la commercializzazione e la produzione di prodotti agricoli entro un raggio di 500 metri dalle sorgenti di emissioni. Si tratta delle prime vere risposte che i cittadini e gli agricoltori aspettano da anni.

bocchetti