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è una Lettera promossa dal Centro Sociale Ex Canapificio e sottoscritta da una vasta rete di singoli e associazioni casertane e campane.
4 domande rivolte al PD che in questo momento rappresenta una filiera istituzionale, dal governo del Paese a quello della Regione Campania e del Comune di Caserta.
Vogliamo mettere al centro i temi, alcuni di respiro nazionale ed altri di dimensione locale quindi questa è una lettera con 4 punti di discussione.
Non è una posizione pro o contro: si tratta di prendere atto che sia fuori che dentro il partito ci sono delle spinte su temi concreti che investono il PD di scelte importanti, fuori e dentro di sé: scelte per le quali la discontinuità è ancora tutta da dimostrarsi, su cui il respiro manca sempre di più.
– Facciamo EMERGERE PERSONE e non braccia ? La regolarizzazione prevista dal Decreto Rilancio rappresenta un punto di partenza importante, ma è anche una chance persa nella garanzia e promozione di diritti. C’e tempo per alcune modifiche in Parlamento: il PD, i suoi Ministri e i suoi parlamentari sono aperti alla discussione e ad ascoltare il contributo di chi lavora nella trincea dell’immigrazione tutti i giorni?

– Si può parlare di Emergenza REDDITO? Il Reddito di Emergenza è una misura escludente, con importi irrisori, in una forbice temporale troppo limitata. Ampi spezzoni del PD nutrono ancora una profonda diffidenza verso misure del genere, che rivela distanza anche dai soggetti che ne beneficiano (vedi le polemiche verso i percettori del Reddito di Cittadinanza).  I rappresentanti del PD al Governo e in Parlamento sono disposti ad un confronto, finora per lo più negato, su questi temi, a partire da proposte migliorative del REM?
– In CAMPANIA invertiamo la tendenza sull’inclusione? La Castel Volturno Area va alleggerita con diritti e possibilità reali di miglioramento della propria condizione.  La Regione Campania, invece di misure isolate e inefficaci, potrebbe guidare un’azione di sistema che necessita tanto di interventi nazionali che locali. Finora però nessun atto concreto. Così anche sulla struttura dell’Ex Canapificio, riferimento vitale della platea di immigrati e rifugiati dell’Area oltre che di tanti cittadini autoctoni: di proprietà della Regione, chiusa per problemi strutturali da oltre un anno, da allora l’ente proprietario si e lavato le mani della responsabilità di restituirlo ai cittadini. Può ripartire un dialogo con la Regione, fermo da mesi senza che si sia risolto qualcosa?
–  Si può esistere da soli? Il caso del PD CASERTA. In questa citta e ancora molto radicata la “vecchia” impostazione del PD, che soffoca ogni tentativo, interno ed esterno, di assumere un volto più sociale, di rinnovarsi in senso progressista ricucendosi con la società . Al contrario, nonostante la maggioranza che governa Caserta sia di centrosinistra, si e innescata una spirale di chiusura che ha prodotto una profonda spaccatura col tessuto civile e associativo, che stupisce la comunità tutta. Mobilità sostenibile, supporto alle famiglie in povertà, antirazzismo, gestione condivisa di beni comuni, una visione più in linea col Green New Deal e di rottura con l’economia basata sul cemento: e possibile ritrovare un dialogo mediante risposte concrete e tangibili su istanze sociali finora poco ascoltate? Il PD funziona ancora per “feudi” oppure mette mano laddove si verificano corto circuiti nei processi di democrazia e discontinuità dal passato?

Redazione