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Lettera, appello e invito pressante ad intervenire. C’è il rischio che la situazione ordine pubblico e socio-economica a Caivano sia senza ritorno. Da qui, la missiva rivolta alla ministra degli Interni Lamorgese

Ill.ma On. Luciana Lamorgese
Ministro degli Interni
caposegreteria.ministro@interno.it
luciana.lamorgese@interno.it
e p. c.
On.Vincenzo De Luca
Presidente Regione Campania
segr.presidente@regione.campania.it
Dott. Marco Valentini
Prefetto della Provincia di Napoli
prefettura.napoli@interno.it
Dott. Vincenzo Falco
Sindaco del Comune di Caivano
sindaco@comune.caivano.na.it
TRASMISSIONE VIA E-MAIL
Oggetto: richiesta urgente di attenzione per il Comune di Caivano, la terra di nessuno.
Ill.ma Signora Ministra,
Le invio questa lettera per sottoporre alla Sua attenzione un serio problema, ormai decennale, che
rischia di incancrenirsi, imboccando la strada del non-ritorno.
Mi riferisco alla città di Caivano, nella provincia di Napoli, e più appropriatamente alla zona del “Parco
Verde”, nota purtroppo per una serie di tristi e violente vicende, che puntualmente si ripropongono.
Trovare uno spiraglio di vita a Caivano è davvero difficile. I cittadini per bene si sentono abbandonati,
dimenticati, cercando conforto nell’unico baluardo di giustizia e speranza che resta loro: Padre Maurizio
Patriciello e la sua Chiesa, che sorge proprio nel centro del “Parco Verde”.
È un uomo che lotta ormai da anni per salvare quel luogo, chiedendo aiuto, sostegno, presenza attiva
dello Stato sul territorio.
È complicato trovare la forza ogni giorno per non crollare, per non arrendersi, anche per un uomo di
fede: don Patriciello è ormai il collante di una comunità che vuole rinascere e credere fortemente in un
futuro migliore, dignitoso, lontano da aberrazioni, delinquenza, paura.
A Caivano si convive a braccetto con la paura: è un’ombra che non scompare mai, soprattutto nelle ore
più buie, quando le strade si popolano di loschi personaggi, spacciatori di morte.
A Caivano c’è la piazza di spaccio più grande d’Italia, forse d’Europa; parliamo di circa 14 piazze, tutte
confluite in un solo luogo, che è una vera e propria fucina di criminalità a cielo aperto.
Il Parco Verde di Caivano non dovrebbe più esistere. Nato per uno scopo momentaneo post terremoto,
le strutture degli edifici sono poco sicure, non a norma, e i boss del luogo fanno ciò che vogliono,
alzando terrazzi, appropriandosi di marciapiedi, privando i bambini di un parco giochi sicuro e pulito.
Ci sono siringhe ovunque, bossoli di proiettili, immondizia… possibile che nessuno faccia qualcosa di
concreto e duraturo per salvare il salvabile?
Le Vele di Scampia, nate con lo stesso scopo del Parco Verde, sono state parzialmente abbattute e
riqualificate. La zona sta poco a poco rinascendo, i cittadini si sentono più sicuri e possono finalmente
sperare in una vita migliore per le nuove generazioni, lontane dal rischio di devianza e di dispersione
scolastica.
Perché non attuare un piano simile per Caivano? Quella zona maledetta è un vero Far West: non è raro
trovarsi in mezzo a sparatorie in pieno giorno, tra clan rivali, magari mentre in Chiesa si celebra la
Messa. Non è raro trovare morti assassinati col capo mozzato, in segno di vendetta o di minaccia.
In che mondo viviamo? Il Parco Verde esiste ed è una realtà di una violenza inaudita. Bisogna agire
con forza e nell’immediato.
Il sindaco provò a fare richiesta per l’abbattimento dei palazzi, ma senza alcuna risposta. Non si può
lottare da soli, non si può lasciare un parroco, un sindaco, un’intera comunità in uno stato di oblio e
totale dimenticanza.
Non si può rinviare perché equivale ad abbandonarli. Di più: significa condannare bambini e ragazzini
a una vita criminale, violenta, spietata, senza morale, senza Dio, quale unica strada “facile” da poter
perseguire a Caivano.
A Caivano chi non sta alle regole, chi si oppone o fa resistenza, muore. E se a ribellarsi è una piccola
creatura innocente, abusata e tormentata, viene gettata dal terrazzo di un edificio. Ecco cos’è il Parco
Verde di Caivano. Ecco come si vive, anzi, come si muore.
E a Caivano si muore anche per i roghi tossici, per l’aria malsana, per le terre inquinate. Ovunque ci
sono accumuli di rifiuti di ogni sorta, soprattutto in un’ampia zona adiacente al campo Rom:
immondizia, scarti, mobili, elettrodomestici che, puntualmente, finiscono tra le fiamme di roghi sempre
più frequenti. Gettati dalle genti del posto, accampati alla meglio, che, dopo averne utilizzato parte,
decidono di liberarsene nel modo più semplice.
Mesi fa, durante il periodo estivo, insieme ad alcuni volontari ambientalisti, provammo ad agire,
contattando le forze dell’ordine per un intervento immediato.
Qualcosa fu fatto, ma non fu sufficiente. Oggi siamo punto e a capo.
Io mi rifiuto di credere o accettare che non si possa fare altro che stare a guardare, arrendersi!!
La rinascita di Caivano non è un sogno impossibile, non è un inutile impiego di forze: serve volontà,
impegno, collaborazione. Serve la presenza costante dello Stato, attraverso l’ausilio di presidi delle
Forze dell’ordine e, laddove necessario, anche dell’esercito.
Non è più concepibile lasciare inascoltate le preghiere di Padre Maurizio Patriciello, le grida d’aiuto
della gente, le richieste di intervento di un sindaco. Soli non possono farcela, lo Stato deve intervenire
con immediatezza e risoluzione. È più che mai necessaria una collaborazione tra i perni istituzionali
più importanti, la triade valoriale: Chiesa, Scuola, Famiglia.
Caivano può e deve essere salvata, non c’è più tempo da perdere.
On. Antonio del Monaco
Chiedo pertanto a Lei, Signora Ministra, un incontro urgente, alla presenza di Padre Maurizio
Patriciello, per poter discutere sulle misure da adottare in merito alla questione in oggetto, ed agire
quanto prima.
Vorrei anche parlarLe di un mio progetto di impronta psicopedagogica a sostegno delle fasce più deboli,
bambini in primis, attraverso un lavoro sistemico che vada oltre la sola repressione, includendo
un’importante e fondamentale fase rieducativa.
Come sempre a Sua completa disposizione per qualsivoglia ausilio nella risoluzione del problema, certo
della Sua piena disponibilità, ringrazio per la cortese attenzione e porgo distinti saluti.

Redazione