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MADDALONI- Ritorna, questa volta con le caratteristiche della prepotente urgenza, al questione sollevata, affrontata e lasciata cadere dell’ospedale di Maddaloni. Si rinnova il confronto a distanza tra “Alternativa per Maddaloni” e il sindaco Andrea De Filippo. Lo scorso ottobre si parlava di mobilitazione per potenziare i servizi adesso spunta la grana del declassamento.
Con periodica ritualità si parla invano dei problema, mai risolti, dell’ospedale. Si ripete un copione già visto?
Sulla fine dell’ospedale di Maddaloni potremmo parlare per intere giornate o settimane. Possiamo solo dire che oggi il nostro invito alla mobilitazione, inascoltato e lasciato cadere nel vuoto, è diventato un’emergenza.
E di chi è la responsabilità di questo ritorno sempre al punto di partenza?
La sanità è argomento complesso che va affrontato discutendo e rappresentato e la domanda oggettiva del territorio. Tanto premesso dico che le responsabilità sono tutte dei parlamentari e dei Consiglieri Regionali (tutti nessuno escluso) che a Maddaloni hanno fatto il pieno dei voti. Hanno fatto i comitati elettorali e poi sono passati all’incasso. Ma nelle sedi decisionali hanno sempre mostrato il pollice verso sui bisogni del territorio. Questo è un fatto gravissimo: un tradimento della funzione politica e una compartecipazione alle decisioni che decretano la fine dell’ospedale di Maddaloni che insieme a quello di Caserta ha rappresentato la sanità dell’intera provincia con reparti e primari di ottimo livello.
E ora che fare?
Primo aggiungo che in tempi non sospetti abbiamo invitato anche il sindaco Andrea De Filippo alla mobilitazione trasversale. Non abbiamo avuto risposte. E anche questa è una condivisione di responsabilità. Il sindaco De Filippo sull’ospedale è in grave ritardo.
E ora in concreto?
Bisogna potenziare i servizi per la gestione delle urgenze e delle emergenze. Ma Non bastano le unità semplici: servono servizi di livello perché la gente di questo territorio ha diritto di curarsi. Vanno risolte le questioni degli adeguamenti strutturali e degli organici. Ma va anche organizzata una giornata di lotta cittadina con studenti, commercianti e cittadini tutti in prima linea perché Maddaloni non merita questo scippo. L’ospedale lo stanno trasferendo a pezzi a Marcianise come un mosaico. Perché costruire un’altro ospedale e chiudere il nostro? Ma per rispondere ci vuole forza d’urto (capacità politica), idee chiare e spiro di servizio. Torniamo alla questione degli organici. Non c’è solo il problema dei medici e degli infermieri. Giusto?
Sono anni che ripetiamo che si deve partire anche dalla salvaguardia dei servizi basilari essenziali come quelli assistenziali. E sono quasi 20 anni che il personale che assiste i pazienti, fa il giroletto, cura la ricettività alberghiera è tenuto in una condizione di subalternità contrattuale e professionale inaccettabile. Lo stesso personale che ha tenuto a galla la sanità territoriale oggi rischi ancora di essere espulso. Sia chiaro il dimensionamento significa anche serie ricadute negative in termini occupazionali.

Redazione On Line