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Lutto Nazionale: mercoledì i funerali di Stato in Duomo a Milano

Silvio Berlusconi è morto all’ospedale San Raffaele di Milano, alle ore 9.30 di lunedì 12 giugno. Il leader di Forza Italia aveva 86 anni. Era al San Raffaele dallo scorso venerdì, dopo un lungo ricovero terminato poche settimane fa a causa di una polmonite e di una forma di leucemia. Il nuovo ricovero ufficialmente si era reso necessario per “accertamenti programmati”, ma questa mattina le condizioni di salute di Berlusconi sono improvvisamente peggiorate. Al suo fianco in ospedale c’era la compagna Marta Fascina e sono arrivati il fratello Paolo, così come i figli Marina, Eleonora, Barbara e Pier Silvio.

Dalle Immobiliari alla Tv

Da sempre conosciuto anche come il Cavaliere, avendo ricevuto nel 1977 l’ordine al merito del lavoro. Iniziò la sua carriera nel campo dell’edilizia: nel 1961, fondò la Cantieri Riuniti Milanesi Srl insieme al costruttore Pietro Canali. Il primo acquisto immobiliare fu un terreno in via Alciati a Milano, per 190 milioni di lire, grazie alla fideiussione del banchiere Carlo Rasini (titolare e cofondatore della Banca Rasini, nella quale lavorava il padre di Silvio). Nel 1968 nasce la Edilnord Sas di Lidia Borsani e C. (la Borsani è cugina di Berlusconi), generalmente chiamata Edilnord 2, che acquista da Leonardo Bonzi 712000  di terreni nel comune di Segrate, per i quali questi aveva già ottenuto tra il 1962 ed il 1965 dal comune l’autorizzazione a costruire per 2,5 milioni di metri cubi in cambio dell’impegno a provvedere alle opere di urbanizzazione. Nel 1969 il comune rilasciò una prima licenza edilizia ma i lavori furono rallentati da una serie di ostacoli posti da vari organi di controllo, in particolare la Giunta provinciale amministrativa. Solamente nel 1972 la situazione si sbloccò, in seguito all’insediamento di una nuova giunta nel comune di Segrate e al parere favorevole della Commissione regionale di controllo, investita delle funzioni precedentemente attribuite alla Giunta provinciale amministrativa. Nell’area sorgerà Milano 2.

Dopo l’esperienza in campo edilizio, Berlusconi allarga il proprio raggio d’affari anche al settore della comunicazione e dei media.

Nel 1976, Berlusconi rilevò Telemilano dal fondatore Giacomo Properzj. Si trattava di una televisione via cavo, operante dall’autunno del 1974 nella zona residenziale di Milano 2. A tale società due anni dopo venne dato il nome di Canale 5 e assunse la forma di rete televisiva a livello nazionale, comprendente più emittenti. Sempre nel 1978, Berlusconi fondò Fininvest, una holding che coordina tutte le varie attività dell’imprenditore.

Per il canale ha acquistato, nel 1980, i diritti televisivi del Mundialito, un torneo di calcio fra nazionali sudamericane ed europee, compresa quella italiana, solitamente trasmesso dalle reti RAI. Per tale evento, nonostante gli iniziali pareri sfavorevoli da parte di ministri del governo Forlani, ottiene dalla Rai l’uso del satellite e la diretta per la trasmissione in Lombardia, mentre nel resto d’Italia l’evento viene trasmesso in differita utilizzando un consorzio di emittenti locali come se fosse un’unica emittente nazionale, metodo sfruttato anche in seguito per aggirare il divieto di trasmissione nazionale, ancora vigente per le emittenti private: si registra con un giorno d’anticipo il palinsesto e le pubblicità e li si trasmette il giorno seguente in contemporanea in tutta Italia.

La discesa in campo in politica

Nel novembre 1993, in occasione delle elezioni comunali di Roma, intervistato all’uscita dell’Euromercato di Casalecchio di Reno, auspicò la vittoria di Gianfranco Fini, all’epoca segretario del Movimento Sociale Italiano, che correva per la carica di sindaco contro Francesco Rutelli.

Nell’inverno del 1993, in seguito al vuoto politico che si era formato dopo lo scandalo di Tangentopoli, Berlusconi decide di scendere direttamente in prima persona nell’arena politica italiana. Dall’esperienza dei club dell’Associazione Nazionale Forza Italia, guidati da Giuliano Urbani e dalla diretta discesa in campo di funzionari delle sue imprese, soprattutto di Publitalia ’80, naque così il nuovo movimento politico Forza Italia, uno schieramento di centrodestra che, nelle intenzioni, doveba restituire una rappresentanza agli elettori moderati e contrapporsi ai partiti di centrosinistra. E proprio il 26 gennaio 1994, giorno della sua discesa, rilascia una dichiarazione preregistrata a tutte le televisioni e in cui afferma la sua scelta con queste parole:

«L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato da mio padre e dalla vita, il mio mestiere d’imprenditore. Qui ho anche appreso, la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo, e di occuparmi della cosa pubblica, perché non voglio vivere in un Paese illiberale governato da forze immature, e da uomini legati a doppio filo, a un passato politicamente ed economicamente fallimentare»

Allo stesso tempo Berlusconi diede le dimissioni da alcuni incarichi di imprenditore presso il gruppo da lui fondato (affidando la gestione ai figli o a persone di fiducia e mantenendone la proprietà).

Eletto alla Camera dei deputati nel 1994, è stato confermato nelle successive quattro legislature, mentre nel 2013 è stato eletto per la prima volta senatore. Ha ottenuto quattro incarichi da Presidente del Consiglio: il primo nella XII legislatura (1994-1995), due consecutivi nella XIV (2001-2005 e 2005-2006) e, infine, nella XVI (2008-2011). Con 3339 giorni complessivi, è il politico che è rimasto in carica più a lungo nel ruolo di presidente del Consiglio dell’Italia repubblicana, superato in epoche precedenti solo da Benito Mussolini e Giovanni Giolitti; inoltre, ha presieduto i due governi più duraturi dalla proclamazione della Repubblica.

Secondo la rivista americana Forbes, con un patrimonio personale stimato a 7,3 miliardi di dollari USA (circa 6 miliardi di euro), Berlusconi è stato, nel 2021, il sesto uomo più ricco d’Italia e il 318º più ricco del mondo. Nel 2009 Forbes lo ha classificato 12º nella sua lista delle persone più potenti del mondo per il ruolo assunto nella politica italiana.

È stato imputato in oltre venti procedimenti giudiziari. Nel 2013 è stato condannato in via definitiva a quattro anni di reclusione e all’interdizione ai pubblici uffici per due anni per frode fiscale, decadendo quindi da senatore e cessando di essere un parlamentare dopo quasi vent’anni di presenza ininterrotta nelle due camere, dall’aprile 1994 al novembre 2013.

Tornato candidabile nel 2018, è stato eletto parlamentare europeo alle elezioni europee del 2019.

Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 ha vinto nel collegio uninominale di Monza, tornando al Senato dopo nove anni di assenza.

Il successo nel calcio, dal Milan al Monza

Una squadra-azienda, campagne acquisti faraoniche, il “bel giuoco” per costruire successi e vendere spettacolo: è la filosofia con cui Silvio Berlusconi dal 1986 ha intrecciato le sue vicende imprenditoriali e politiche con quelle calcistiche, prima per 31 anni alla guida del Milan, portato a vincere in Italia, in Europa e nel mondo, poi dal 2018 da proprietario del Monza, protagonista della scalata dalla Serie C alla A.

Sempre con al fianco dell’amico fidato e braccio destro Adriano Galliani, anche nella sua ultima volta allo stadio, il 26 agosto 2022, all’inizio dell’avventura dei brianzoli nella massima categoria.

L’acquisto del Monza arriva poco più di un anno dopo la cessione del club rossonero, la sua creatura calcistica, al misterioso cinese Li Yonghong, epilogo dell’era del ‘presidente più vincente della storia del calcio’, come amava definirsi lo stesso Berlusconi.

Il primo scudetto in rimonta sul Napoli nell’88, nel 1989 la Coppa Intercontinentale a Tokyo, la coppa dei Campioni vinta nel ’94 sul Barcellona mentre il primo Governo Berlusconi ottiene la fiducia o la finale di Champions con la Juventus nel 2003.

Scelse Arrigo Sacchi (1987-91), che aveva eliminato il Milan dalla coppa Italia con una squadra di B, il Parma. Anche grazie agli olandesi Gullit, Rijkaard e Van Basten, l’intuizione paga, come la promozione dalla Polisportiva Mediolanum (progetto archiviato dopo 5 anni) alla panchina di un altro homo novus, Fabio Capello, fra il ’91 e il ’96. Mentre il calcio sbarca sulle reti Mediaset e il patron scende in politica affidando il club a Ramaccioni, Braida e soprattutto all’ad Galliani. Fra tv, potere e calcio i confini si sfumano. Da Palazzo Chigi ‘silura’ il ct azzurro Zoff nel 2000 e nel 2001 licenzia dal Milan Zaccheroni che nel ’98 ottiene lo scudetto al primo anno ma sfida il dogma della difesa a tre: diventa il terzo dei 4 esonerati nei primi 15 anni dell’era berlusconiana (dopo Liedholm e Tabarez, prima di Terim).

Fu il Milan delle spese folli (i 64 miliardi di lire per Lentini nel ’92 o i 31 milioni di euro per Nesta nel 2002), dei capitani storici Baresi e Maldini, e dei palloni d’oro, da Van Basten a Weah, da Papin a Baggio, da Shevchenko a Ronaldinho, acquisto sbandierato dal leader di FI prima delle elezioni del 2008.

L’ultimo pallone d’oro rossonero è Kakà, la sua cessione nel 2009 segna la svolta: fin lì Berlusconi ripiana sempre, poi diventa impossibile resistere alle tentazioni. Partono Ibrahimovic e Thiago Silva, mentre in società iniziano frizioni fra Barbara Berlusconi e Galliani. Il presidente nel 2013 nomina anche la figlia ad e vicepresidente, nasce il Milan a due teste, che non può più dipendere da Fininvest.

Il Cordoglio del Presidente della Repubblica Mattarella

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«Apprendo con profonda tristezza la notizia della morte di Silvio Berlusconi, fondatore e leader di Forza Italia, protagonista di lunghe stagioni della politica italiana e delle istituzioni repubblicane.

Berlusconi è stato un grande leader politico che ha segnato la storia della nostra Repubblica, incidendo su paradigmi, usi e linguaggi. In una stagione di profondi rivolgimenti, la sua “discesa in campo”, con un partito di nuova fondazione, ottenne consensi così larghi da poter comporre subito una maggioranza e un governo.

La leadership di Berlusconi ha contribuito a plasmare una nuova geografia della politica italiana, consentendogli di assumere per quattro volte la carica di presidente del Consiglio. In queste vesti ha affrontato eventi di portata globale, come la crisi aperta dall’attentato alle Torri Gemelle, la lotta al terrorismo internazionale e gli sconvolgimenti finanziari alla fine del primo decennio del nuovo secolo.

Ha progressivamente integrato il movimento politico da lui fondato nella famiglia popolare europea favorendo continuità nell’indirizzo atlantico ed europeista della nostra Repubblica.

E’ stato una persona dotata di grande umanità e un imprenditore di successo, un innovatore nel suo campo. Ha conquistato posizioni di assoluto rilievo nell’industria televisiva e nel settore dei media, ben prima del proprio impegno diretto nelle istituzioni.

E’ stato artefice di importanti successi nel mondo dello sport italiano.

Desidero esprimere il mio cordoglio e la mia solidarietà ai figli, a tutti i familiari, al suo partito, a coloro che più gli sono stati vicini nella vita e nell’ultima battaglia contro la malattia, combattuta con coraggio ed esemplare ottimismo».

Lutto di Stato e Camera ardente

Fino ai funerali, la salma di Silvio Berlusconi resterà a villa San Martino ad Arcore. Per motivi di ordine pubblico l’ingresso sarà riservato esclusivamente ai familiari più stretti. È quanto apprende l’ANSA da una fonte vicina alla famiglia Berlusconi.

Non ci sarà nessuna camera ardente per domani negli studi televisivi di Cologno monzese. Lo rende noto l’ufficio stampa Mediaset. Poco fa è terminato un sopralluogo dei carabinieri del comando provinciale di Milano. Questa decisione sarebbe legata a questioni di ordine pubblico.

È proclamato il lutto nazionale per mercoledì, la giornata dei funerali di Stato di Silvio Berlusconi. Lo ha disposto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.

A partire dalle 14,30, sono state issate a mezz’asta le bandiere all’ingresso di Palazzo Chigi, in segno di lutto dopo la morte di Berlusconi. Il tricolore italiano e la bandiera dell’Unione europea, a quanto si apprende, sventoleranno a metà del pennone fino a mercoledì, quando si svolgeranno i funerali di Stato.

Sarà l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, a celebrare i funerali dell’ex premier che si terranno mercoledì prossimo alle 15 nel Duomo di Milano. 

Redazione On Line