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L’attuale sito è stato venduto all’asta per poco più di un milione e 250 mila euro. Ad un decimo del valore iniziale: non ci sono le coperture per liquidare tutto il Tfr sospeso e gli incentivi all’esodo. Zero euro anche per il comune che vanta oltre un milioni di euro di tributi locali non pagati

MADDALONI- Avevano ragione i lavoratori che hanno lottato contro l’accordo sindacati-azienda. Avevano ragione i delegati e gli iscritti alla Fim-Cisl e Uilm-Uil che contro l’intesa, all’epoca sostenuta solo dalla Fiom-Cgil, salirono sui tetti dell’ex Face Standard. Fatto salva la buona fede, quello accordo si è rivelato l’ennesimo colpo per gli ex-dipendenti di quella che fu Face Standard, Alcatel, Mf Componenti e infine Esacontrol. Altro capolavoro della sinistra maddalonese, partitica e della Cgil, a danno del territorio e degli operai. Oggi, nessuno ama ricordare. E quelli che fanno finta di niente, al massimo frequentano facebook. Un modo per non confrontarsi con i problemi reali. Ma c’è chi ha vissuto quei giorni da protagonista e ed è pronto, anche oggi, al confronto a muso duro in pubblico. Ma la realtà è molto amara: gli ex dipendenti non avranno il pagamento degli incentivi all’esodo e nemmeno il Tfr.  L’attuale sito è stato venduto all’asta per poco più di un milione e 250 mila euro. Ad un decimo del valore iniziale. Pertanto, gli accordi sindacali, contestati sul nascere, sono diventati carta straccia. Le comunicazioni del Tribunale di Milano (sezione fallimentare) sono chiare: dai soldi della vendita vanno detratti i crediti prededucibili. Si tratta delle somme spettanti ai professionisti, aggravate dalle spese per la gestione del sito in questi lunghi 11 anni, che erodono gran parte della liquidità disponibile. Numeri alla mano si è creata una nuova condizione di insolvenza: non ci sono i soldi per pagare il Tfr e soprattutto gli incentivi all’esodo. Solo il fondo di garanzia Inps permetterà di recuperare solo una parte del Tfr. Pagano ancora i lavoratori. Paga, ancora e sempre, il territorio sia per la dismissione di un settore produttivo (che negli anni ’80 del secolo scorso dava lavoro ad oltre duemila persone). Paga, al momento, anche il comune che vanta oltre un milione di euro di tasse comunali (a partire dall’Imu) non pagate.

Una protesta contro la vendita dello stabilimento di Maddaloni

Redazione