La campagna elettorale del Presidente del Consiglio ha accelerato la marcia dalla fine delle presidenziali americane . La vittoria di Trump ha condizionato psicologicamente la corsa al 4 dicembre e forse solo da quel momento e’ cominciata la reale campagna per il SI . Il presenzialismo di Matteo Renzi lascia tutti a bocca aperta quasi sembri abbia il dono dell’ ubiquita’ e il fedele Gozi si classifica solo secondo in quanto al numero di eventi e convegni anche tenuti all’ estero . E chissa’ se questa ” prodiana ” strategia non si riveli un ‘ arma vincente . Cio’ che preoccupa i comitati del SI e’ la risposta dei territori del Sud Italia , quelli cui le Regioni si distinguono per il disordine istituzionale alimentato dai movimenti di protesta che cavalcano il clima di grave corruzione provocato dalla pessima classe dirigente pronta al rinnovamento . La tesi che pero’ sento di accreditare e’ il rischio calcolato dell’ assenteismo alle urne proprio tipico , per dati statici , in questi territori che potrebbe risultare l’ elemento chiave in grado di ribaltare il risultato . In poche parole la scarsa affluenza alle urne prevarrebbe sul voto di protesta in tempi di crisi della democrazia . Ed e’ proprio questo il tema affrontato da Radicali Italiani che ha reso propria l’ analisi circa l’ evidente compressione della liberta ‘ di voto ritenendo che la logica del plebiscito , pro o contro Renzi , neghi alla radice la possibilita’ che il referendum sia un esercizio democratico . Tuttavia il Presidente del Consiglio qualche giorno fa si dichiarava sulla emittente Radio Montecarlo favorevole ma impossibilitato nell’ accogliere la proposta di ” spacchettamento ” su cui si e’ speso l’ ex segretario di Radicali Italiani , avv . Mario Staderini . Questi insieme al prof. Lanchester e Onida ha proposto ricorso al Tar che ha dichiarato la sua incompetenza cosi’ come la Cassazione . In difesa dunque della liberta’ di voto , il congresso che ha definito la non collocazione del movimento radicale su nessuna delle due posizioni , l’ ultima parola spetta al Consiglio di Stato il primo dicembre .
Rosa Criscuolo