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MADDALONI- Cantieri sotto scorta. Mezzi d’opera sotto scorta. Operai sotto scorta. Cantieri sospesi per mancanza di garanzie finanziarie e cantieri ancora da programmare. Se il “volano dello sviluppo della Provincia di Caserta”, come è stato incautamente ribattezzato l’Interporto fin dal 1994, tenta il completamento edilizio a singhiozzo e solo grazie ad un robusto cordone di  Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza non c’è da stare allegri. Il futuro non abita qui. Con buona pace dell’esercito di ministri, sottosegretari, consiglieri regionali e sindaci che in un quarto di secolo hanno propagandato uno sviluppo che non c’è. E che si sono avvicendati in visite fumose presso la piattaforma intermodale. E cosa peggiore si è rotto anche il rapporto di fiducia tra lavoratori, sindacati e soprattutto aziende. In un territorio che vede in giovani scappare, assistere alle scene di un gruppetto di operai che lavorano (circa 12) addirittura scorati mentre fuori una trentina disoccupati sperano nell’occupazione (visto che il lavoro c’è e pure le commesse), siamo al cospetto di sottosviluppo e di mancanza di speranza per un territorio (stando alle proiezioni Istat) destinato allo spopolamento. Torniamo alla cronaca: continua il presidio. Continuano gli slogan e la protesta degli striscioni. Dopo il “Sindaco Velardi dove sei?” arriva il “Santucci vattene” con chiaro riferimento alla richiesta della Sogesa di essere tutelata contro i danni economici procurati dal blocco prolungato. Se entro oggi le attività non sarebbero riprese a pieno ritmo, la Sogesa ha annunciato la «risoluzione del contratto di appalto e licenziamento delle 12 unità in organico». Proposito che si concretizzerà da oggi se l’«azione di forza non dovesse cessare». Certamente, visto lo schieramento di forze non accadrà. Adesso restano le macerie di un rapprto tra le parti sociali e le aziende che sono riuscite a trasformare un problema occupazionale in uno di ordine pubblico. E non ci parlate più di sviluppo per favore.

Redazione