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San Michele
Voglio fare una premessa, a Maddaloni , in provincia, in Italia e nel mondo in questo momento ci sono tantissimi problemi decisamente più importanti. Ma visto che ormai ci siamo, ancora una volta ci troviamo a discutere della Festa Patronale di San Michele.
Sinceramente sono tra coloro che auguravano una sospensione di almeno un anno, per permettere una riflessione più calma su questa festa dopo i fatti accaduti precedentemente.
La festa, come purtroppo spesso succede nelle nostri parte, ha un carattere particolare. E’ nello stesso tempo Festa Patronale, dunque festa marcatamente religiosa in senso Cattolico e festa civile.
Questa festa è posta “tutto il potere” in mano al parroco Carmine Ventrone . Il parroco Ventrone sceglie il Direttore della Festa che sarà il braccio operativo, colui che sceglierà quali avvenimenti svolgere, chi invitare e così via.
Da notizie giornalistiche quest’anno si parla del ritorno di Giuseppe Riccio, personaggio battagliero e possiamo dire esperto dopo tanti anni di guida di questa festa.
Adesso si tratta di iniziare a pensare come riorganizzarla. Sempre che si voglia continuare a farla una festa.
Allora dobbiamo stabilire dei principi.
La prima scelta da fare è questa: festa religiosa o festa civile ?
La chiesa da parte sua, con un vescovo, sempre da notizie giornalistiche pronto ad andare via, anche se smentite, ha messo dei paletti.
Fino a qualche tempo fa l’ambiguità della formula sin qui seguita faceva comodo a tutti. Ai cattolici perché permetteva loro di trasformare una minoranza in maggioranza. Un vecchio trucco più volte usato, si fa la festa, alla festa viene tanta gente, la festa è cattolica dunque, per una sorta di proprietà transitiva, è la dimostrazione di quanto la fede cattolica sia presente ed egemone nella popolazione. L’apoteosi era il corteo della domenica, fatto passare per le vie principali alla presenza di bancarelle commerciali, con l’effetto di calca che obbligava tutti, anche coloro che se ne stanno a casa a fare altro, alla partecipazione della manifestazione, vecchi trucchi per nascondere la realtà di chiese raramente affollate.
Poi,un tempo, sempre molto lontano al comune spettava il compito di mettere mano al portafoglio pagando direttamente e indirettamente gran parte dei costi, infatti i politici di tutti i livelli quando si trattava della Chiesa Cattolica diventavano tutti disponibili avendo paura di farsi dei nemici e quindi di perdere i loro voti.
Dunque la prima scelta da fare è questa: festa religiosa o festa civile ?
Domani scenderà dal Monte l’effige di San Michele con la sola speranza di vivere questa festa patronale e quale occasione sia più propizia anche per rafforzare la comunione e vivere la comunità.
Noi maddalonesi non siamo una comunità perfetta. Anche tra di noi esistono pareri diversi, talvolta discordanti, serpeggiano malcontenti e mormorazioni ma devono cristianamente essere superati.
Anche nella nostra società ci sono persone che pensano solo di sé, che tendono a perseguire e a difendere solo il proprio interesse, ad accettare la divisione come un fatto naturale, a giudicare in modo malevolo gli altri, credendosi migliori.
Questi comportamenti non solo allontanano dalla fede, ma rendono la vita disumana. Abbiamo bisogno di rompere l’isolamento del nostro modo di pensare, concentrato su di noi. Il nostro Santo Protettore ci chiede di allargare lo sguardo oltre noi stessi.
Per ridare un’anima e un cuore alla nostra terra c’è bisogno di più amore, più condivisione e più comprensione.
Speriamo che questa festa non sia solo un momento di evasione, di svago dovrà essere l’occasione per partecipare con fede e devozione nelle celebrazioni liturgiche in Chiesa dove insieme, uniti nel nome di San Michele, possiamo chiedere di aiutarci a vivere con il loro spirito e la loro visione il tempo che abbiamo dinanzi.
Per terminare per la nostra Comunità dovrà essere un occasione meravigliosa che la tradizione offre per fermarci e riflettere ed è per noi dovrà essere opportunità per dire alcuni grazie e formulare qualche augurio. Il primo grazie va ancora una volta a questa nostra Maddaloni, alla sua storia, alle impronte indelebili lasciate sulla terra dei ricordi che è terra del presente dai tanti eroi quotidiani che hanno intrecciato le trame del tempo con l’ordito degli affetti e dei sentimenti e che oggi non ci sono più ma la cui presenza percepiamo chiaramente.
Un ringraziamento pieno di fiducia va anche al nostro futuro: promessa di una nuova aurora di cui vediamo le prime lucenti avvisaglie nella quietudine solenne del sole che si affaccia su un nuovo giorno. Grazie ai cittadini di questo paese che con le sue virtù o con le sue debolezze insegna ogni giorno che cosa è “l’uomo” e nell’incontro con questo “uomo” muove la storia fatta di gioie, di delusioni ma sempre di vite vissute. Grazie per la bellezza, forse ci lasciamo colpire troppo poco dallo straordinario che ci circonda considerandoci il terminale unico e ultimo del passato, quasi che tutto sia “stato” per consentirci individualmente di “essere” Speriamo di trascorrere con serenità, gioia e fratellanza la Festa, che avrà sempre un senso autentico finché, nonostante luci ed ombre, ricchezze e povertà, amore ed odio, ci sarà la comunità maddalonese a desiderarla ed a viverla, godendone i frutti da protagonista.

bocchetti