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Hanno ucciso due volte don Peppe Diana, lo hanno offeso di nuovo. De Falco va curato in carcere, perché così dev’essere,
esattamente com’è stato per Zagaria

Riportiamo la richiesta ufficiale di rientro in carcere

Ill.mo Avv. David Ermini
N.q. Vice Presidente C.S.M.
segreteria.vicepresidenza@csm.it
Ill.ma prof.ssa Marta Cartabia
Ministra della Giustizia
segreteria.ministro@giustizia.it
segr.ministro@giustizia.it

TRASMISSIONE VIA E-MAIL

Oggetto: richiesta di rientro in carcere dei Boss malavitosi-caso De Falco
Ill.mo Sig. Vice Presidente,
Ill.ma Sig.ra Ministra,
con queste poche righe vorrei esprimere il mio disappunto in merito alla recente notizia dei domiciliari concessi
dal Tribunale di Sorveglianza di Sassari a Nunzio De Falco, ex boss condannato all’ergastolo per una serie di
gravi crimini, tra cui l’uccisione di Don Peppe Diana.
Io sono un parlamentare del territorio casertano e sono altresì membro della Commissione Ecomafie, dunque
comprenderete quanto una notizia del genere possa far male, giacché mi tocca da vicino.
Ho avuto l’onore e il piacere di conoscere i familiari del caro Don Peppe, uomo retto e coraggioso, innamorato
della sua terra, sempre vicino ai più giovani nella speranza di poterli salvare da un triste destino malavitoso;
pronto a difendere tutto e tutti senza alcuna paura, senza alcun timore di osteggiare ed affrontare i criminali.
L’epilogo della sua vita ne è una evidentissima prova: Nunzio De Falco è stato il mandante della morte di questo
sacerdote, uomo di Dio, ucciso nella sua Chiesa senza alcuna morale, senza alcuna remora.
Il mio è un territorio martoriato, avvelenato. Personaggi come De Falco hanno seminato morte e distruzione,
dolore e ferite sempre aperte. La notizia di giorni fa inerente alla concessione dei domiciliari a De Falco, poiché
malato, ha lasciato basito non solo me, ma soprattutto i familiari di Don Peppe Diana con cui ho avuto modo di
parlare: sono nuovamente feriti nel profondo, costretti a rivivere quei terribili momenti, impressi nella memoria
e nell’animo.
Hanno ucciso due volte Don Peppe, lo hanno offeso di nuovo.
Concedere un beneficio del genere a criminali di siffatta natura, seppure ormai anziani e malati, non è mai
giustificabile. Concedere a De Falco la possibilità di lasciare il carcere per essere curato a casa, nella sua Villa
Literno, circondato dai propri affetti, non è giustizia. De Falco va curato in carcere, perché così dev’essere,
esattamente com’è stato per Zagaria, altro criminale che ha sfiorato la possibilità dei domiciliari.
Mi sono fortemente battuto perché ciò non accadesse e alla fine giustizia è stata fatta, di nuovo: Zagaria è tornato
in carcere. De Falco merita lo stesso trattamento.
Il dolore causato da personaggi del genere non può essere dimenticato.
La morte e il sangue sparso per mano loro non ammette sconti né gesti di pietà.
Questa la mia preghiera a Lei, Sig. Vice Presidente, e a Lei, Sig.ra Ministra, affinché le cose ritornino al loro
posto, la condanna di ergastolo proceda come da sentenza, e il povero Don Peppe Diana, martire di una terra
sfortunata, non venga ucciso una seconda volta.
Ringraziando per la cortese attenzione e disponibilità, confidando nell’impegno delle S.L., porgo cordiali saluti.
Roma, 3 Agosto 2021

Redazione