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Nasceva il 19 febbraio 1953 a San Giorgio a Cremano uno dei più grandi autori del Novecento. Il teatro in parrocchia per vincere la timidezza, il successo con “La Smorfia”, gli incassi record al cinema

È stato il poeta dell’anima, l’artista che ha parlato di sentimenti come l’amore e l’amicizia senza mai cadere nei luoghi comuni. Roberto Benigni, autore di un sonetto struggente a lui dedicato, affermò di averlo ascoltato per ore parlare di Napoli senza mai sentire citare pizza e mandolino. A ventinove anni dalla prematura morte di Massimo Troisi, si ricorre ancora alla sua arte per incartare con un sorriso, a volte malinconico, momenti e percorsi di vita contro i quali tutti noi inevitabilmente andiamo ad incrociare.

Il 19 febbraio 1953 nasceva a San Giorgio a Cremano, Massimo Troisi, uno dei più grandi autori del Novecento. Oggi avrebbe compiuto 70 anni e per l’occasione, giustamente, sono in fase di lancio libri, documentari, addirittura un film che lo immagina maturo e ancora sognatore (“Da domani mi alzo tardi”, tratto dal libro di Anna Pavignano, compagna e sceneggiatrice di tanti successi cinematografici), con John Lynch nei panni di un Troisi con i capelli bianchi.

Massimo Troisi, Lello Arena, Enzo De Caro: La Smorfia

Mario Martone a Troisi ha dedicato un documentario, “Laggiù qualcuno mi ama”, nelle sale dal 23 febbraio, dove l’occhio della telecamera si posa su quel ragazzo che ha iniziato a fare teatro nella parrocchia del suo paese per poi raccontare in napoletano un cinema che avrebbe conquistato il mondo (GUARDA IL TRAILER). Un rivoluzionario che ha saputo raccontare come nessuno altro una generazione che ancora conosceva la timidezza delle proprie azioni, un rivoluzionario che ha amato, esaltato e conquistato l’universo femminile per poi dichiarare che “un uomo e una donna sono le persone meno adatte ad un matrimonio”.

Il cult per eccellenza della televisione italiana: Gianni Minà e Massimo Troisi

Amava il calcio come papà Alfredo ed avrebbe preferito lo scudetto all’Oscar. Gli esordi nella parrocchia di San Giorgio a Cremano per vincere la timidezza. Il cabaret lo ha fatto conoscere a quell’Italia che rimaneva incollata alla TV, estasiata da tre ragazzi napoletani (Enzo De Caro e Lello Arena), che portavano una ventata di freschezza nel linguaggio e nello stile. Con “La Smorfia” ha inventato una sorta di comicità dei sentimenti mai aggressiva. Il cinema, invece, gli ha permesso di esplorare altri mondi di cui sentiva necessità di narrazione.

Passò al grande schermo e fu rivoluzione autentica, un vero e proprio cambio generazionale. Con Carlo Verdone, Francesco Nuti e lo stesso Benigni, scrivevano, interpretavano e dirigevano i propri film. Per il cinema di casa nostra era l’alba di una nuova era. I produttori gli chiedevano di “italianizzare” il copione, lui non faceva mai un passo indietro. “Se vogliono il film si fa così, altrimenti non fa niente, non sta scritto da nessuna parte…”. Rispose per le rime, ancora debuttante, a Fulvio Lucisano, produttore top player, che storse il naso alla prima lettura di “Ricomincio da Tre”. Sappiamo tutti come è andata a finire.

Il sonetto di Roberto Benigni dedicato a Troisi
Le interviste cult con Gianni Minà, il sonetto dedicatogli da Roberto Benigni, l’amore per le donne e l’universo femminile. Quell’augurio sul terzo scudetto del Napoli…

Massimo Troisi ci manca tantissimo in questo settantesimo compleanno che non possiamo festeggiare.  Avremmo voluto ammirarlo ed ascoltarlo nella personale fotografia all’attuale società e sui rapporti tra le persone sempre meno umani e sempre più virtuali. Ci consola uno scudetto del Napoli sempre più vicino, uno scudetto che potrà dare vita alla sua profezia dal 1987 quando, in una delle tante memorabili interviste con Gianni Minà vittima di turno, dichiarò che non vedeva l’ora di ammirare tra le strade uno striscione con scritto “Ricomincio da Tre!”, apoteosi definitiva per il terzo tricolore azzurro.

Massimo Trosi e il terzo scudetto del Napoli: la profezia del 1987

Napoli con lo Scudetto sul petto nei 70 anni del suo compleanno. Una candelina speciale per festeggiare e celebrare, una volta ancora, un poeta che troppo presto ci ha lasciato ma, come ci ricorda Mario Ruoppolo, ultimo personaggio da lui interpretato nel memorabile “Il Postino”, nella conversazione con Neruda: “La poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve…

Con “Il Postino” arrivò anche la candidatura all’Oscar
Vincenzo Lombardi