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MADDALONI- La sua presa di posizione è quella più attesa. Per tre ordini di motivi: è membro della commissione bicamerale antimafia; è totalmente estraneo alle gestioni politico-amministrative che nell’ultimo quarto di secolo (ispirate da un disinvolto trasformismo e clamorosi passaggi di casacca) hanno distrutto, vilipeso, calpestato il tessuto sociale, amministrativo e finanziario del territorio; e infine, ha raccolto una valanga di voti che ne fanno il politico più in vista e votato del territorio.

Abbiamo chiesto all’on. Antonio Del Monaco (Movimento Cinque Stelle) il suo parere sul rinvio a giudizio del sindaco Andrea De Filippo.

Mentre impazza il derby tra indignati e garantisti, come commenta il rinvio a giudizio?

Appelli, commenti e indignazioni, figli dell’onda emotiva, sono strumentali e lasciano il tempo che trovano. Mi concentrerei nel merito della questione. E poi nessuno può e deve sostituirsi al lavoro dei magistrati.

Quindi?

Si può solo ragionare dei diritti e i doveri del sindaco Andrea De Filippo.

In che senso?

Commento quello che ho già detto a dicembre scorso. Se è innocente, se si ritiene estraneo alle accuse allora ha il dovere di andare avanti, di portare al termine il suo compito amministrativo; di onorare i suoi impegni con la città e realizzare cose significative e dare risposte alle tante urgenze e scadenze amministrative, In contemporanea, ha il diritto di difendersi, con serenità nel processo, dove potrà far valere le sue ragioni.

Insomma, è garantista?

No, sono per la legalità piena. E aggiungo: se il sindaco dovesse invece avere qualche problema allora abbia il coraggio di dimettersi. Avrebbe il dovere di farlo per esercitare in  pieno il diritto di contrarsi sui fatti giudiziari dove potrà tutelare le sue posizioni. Anche se questo dovesse costare alla città e alla sua governabilità.

Quali sono i suoi auspici?

Ripeto, come dimostra la mia militanza pluriennale, sono per la legalità piena. Posso solo dire che se il sindaco, facendo professione di piena trasparenza, ritiene di essere estraneo, allora mi farebbe picare per la città tutta.

Come vive questo scontro tra indignati e garantisti?

Cavalcare le onde alte dell’emotività, è un fenomeno effimero che dura pochi giorni. Non mi soffermo sugli indignati che però non hanno memoria dei fatti del territorio, Né sui garantisti indifferenti al contesto sociale nel quale vivono. Dico solo che nelle ultime campagne elettorali  noi del Movimento 5 Stelle (che corriamo da soli) abbiamo più volte denunciato l’inopportunità di sommare liste a liste. Lo abbiamo detto sempre a tutti, e ripeto a tutti: in tutte le occasioni e in tutte le competizioni elettorali nessuno escluso. Per tutta risposta, alcuni ci hanno minacciato pure di querela. Abbiamo più volte sollevato poi l’urgente necessità di reclutare una classe politica capace di prendere le distanze da certi ambienti o gruppi di pressione e ovviamente anche dalla criminalità. Ma lontano dalle inchieste e dai clamori mediatici, non abbiamo avuto risposte da nessuno.

Insomma, il problema è che la classe politica locale ha pochi anticorpi?

E’ una problema presente da anni. E proprio per questo, invito tutti a guardare con positività il futuro: questo momento di buio che può essere letto con assertività per la Città e per i suoi cittadini. Il fatto di essere attenzionati dalla DDA deve dare una carica in più per seguire la strada della trasparenza e della vera politica. È giunto il tempo di mettere al centro i bisogni di Maddaloni e di portare la Città fuori dal baratro che ha determinato un oscurantismo imperante e stagnante.

Redazione