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MADDALONI- “Ogni opposizione ha la maggioranza che si merita” muovendo dall’ammonimento del filosofo liberale Karl Popper, celebriamo un doppio compleanno. Oggi, la maggioranza arcobaleno del sindaco, nonché imperatore del Sacro democristiano impero, Andrea De Filippo ha virato la boa di metà metà mandato: due anni e mezzo di navigazione amministrativa. E pure le opposizioni hanno compiuto due anni e mezzo. Ma in quali acque navigano e quale rotta seguono? In attesa che il Pd si attrezzi con una rappresentanza dopo le dimissioni del segretario (si vocifera di un triumvirato di reggenza fino al congresso cittadino) facciamo il punto con Angelo Tenneriello consigliere di Maddaloni Positiva.

Angelo Tenneriello

Dopo la catastrofe politica del candidato a sindaco, migrato armi e bagagli nel campo della maggioranza, in due anni non siete riusciti a produrre atti collegiali e di chiara discontinuità verso questa amministrazione. Come lo spiega?

Premesso che candidare Bruno Cortese a sindaco è stato un errore madornale, in quanto politicamente inadeguato, questo capitolo è ormai chiuso. Ammetto che siamo in gravissimo ritardo nella costruzione di un percorso di netta discontinuità nei confronti di questa amministrazione di destra-centro

Di destra-centro?

Si presenta come civica ma schiera militanti di vecchia data che scavalcavano a destra Giorgio Almirante. Poi ci sono i legisti della domenica e quelli per opportunismo. Si aggiunga una vasta squadra organica a Fratelli d’Italia. Tre componenti di destra a cui si è associato un centrino. Una amministrazione civica che è di fatto un destra-centrino.

Mentre le opposizioni come si configurano?

Chiaramente come un’ area di centrosinistra. Forse eterogenea, ma di centrosinistra. Dico di più: è arrivato il momento di passare ad una fase di incontro e consultazione. E’ il momento di costruire l’alternativa, la discontinuità, una alleanza vera e diversa dall’ammucchiata di De Filippo.

Quali sarebbero i confini di questa area politica?

Il Pd e le componenti civiche che da quel partito si sono staccate…

Quindi vanno rimarginate le ferite dalla scissione delle espulsioni?

Da espulso e scissionista dico che questa storia ha avuto dei contorni paradossali. Addirittura in quel partito di questa vicenda se ne sono perse le tracce. Ma al momento, tutti siamo chiamati a costruire un nuovo progetto per la città. Nel merito, un programma, un percorso condiviso, un’idea di territorio. Fatto l’abito, solo alla fine, si deciderà chi può essere il candidato a sindaco che meglio indossa il vestito dell’alternativa e della discontinuità.

Saranno chiamati al confronto anche i Cinque Stelle e Italia Viva?

Visto il panorama nazionale e regionale non può essere diversamente. Tra l’altro a Pomigliano d’Arco governa una sindaco sostenuto da un’alleanza M5S, Pd e altre liste.

Si ma Italia Viva a Maddaloni gioca nel campo di De Filippo…

Questo è un problema di Italia Viva che dovrà fare, primo o poi, chiarezza al suo interno. E’ un’anomalia tutta maddalonese. Per la precisione, va detto che anche l’intero gruppo misto e i suoi quattro consiglieri sono direttamente o indirettamente vicini a questa amministrazione. Tra le anomalie politiche c’è anche Nunzio Sferrragatta che si professa diretta emanazione del consigliere regionale Zannini che ricordo essere convinto sostenitore di De Luca.

Fatte le squadre, quale è la strategia da mettere in campo?

E’ un percorso che scaturirà dal confronto. Certamente, l’obiettivo è superare la politica fallimentare e l’assenza di partecipazione tanta cara al sindaco De Filippo. Bisogna tornare alla partecipazione. Non ci può rassegnare allo scadimento del ruolo di consigliere comunale a forma di lavoro o piccola rendita di posizione. Non è possibile confrontarsi con chi non conosce nemmeno le differenza tra delibera e determina. E poi va bonificata la partecipazione politica dalla vasta schiera di consiglieri trombati…

Consiglieri trombati? Sarebbe?

Il consigliere trombato è l’eterno candidato insoddisfatto che non è stato eletto per una manciata di voti. E che esterna, accusa o sostiene di volta in volta chi offre visibilità e un posto al sole. I frustrati della politica che fanno solo danni e non hanno progetti per la città.

Invita pure a fare una critica verso gli anni del governo del centrosinistra?

Si, è necessario riconoscere e segnare un discontinuità verso i tanti errori e anche qualche orrore commesso ma si badi qualche decennio fa..

Ad esempio?

Uno su tutti, l’Unione dei Comuni che fu l’inizio del dissesto finanziario. Ma una volta prese le distanze cade anche l’ultimo e unico alibi dietro cui si nasconde questo sindaco. Quando è in difficoltà, e gli accade molto speso, lancia la palla in tribuna accusando i predecessori di tutti i mali. Il nuovo centrosinistra, marcando la discontinuità, ristabilisce la verità storica ricordando a De Filippo non solo il passato remoto ma anche il passato recente: gli ultimi dieci sconcertanti anni del centrodestra, i cui protagonisti di primo piano sono parte integrante, affini o sodali della sua maggioranza. A ciascuno le sue responsabilità. Basta con il giochetto che è sempre colpa di qualcun altro…

Redazione