00 3 min 5 anni

MADDALONI-Il dibattito si mette in moto. In merito alla discussione sugli ambiti del Puc, e quindi delle linee guida dello strumento urbanistico, interviene l’arch. Antonio Mereu attivista dell’Associazione Re.cu.ro. In quanto sostenitore, da sempre, della tutela dei Formali, dei borghi medioevali (Oliveto e Pescaia) e della ricostruzione del tessuto urbanistico con l’area del castello, di diritto si iscriverebbe al movimento “No Pedemontana”. Se ce ne fosse uno. Interviene invece sul Puc e la sua redazione.
La pedemontana che sventra tutto, buca la collina e crea un parcheggio nel parco del castello, non è dirigeribile. Vero?
Il problema è più articolato e radicale: l’opera così concepita non è fattibile. Se la bozza del preliminare deve essere aggiornata, in funzione delle evoluzioni in corso sul territorio (accordo con Rfi, tracciato del Carolino e altro), allora il redattore deve accogliere le direttive del Dlgs 42 del gennaio 2004: le aree di cui discutiamo, nella fattispecie l’area interna alla cinta muraria è zona sottoposta a vincolo.
Quindi addio Pedemontana?
Il problem è anche sostanziale. A che serve? E con quali soldi farla in un’area che ha bisogna di fortissimi interventi di consolidamento statico e risanamento ambientale? Ma la questione delle question è un’altra.
Quale?
Bisogna interrogarsi su quale visione d’insieme dell città si vuole sposare. Che tipo di città si vuole costruire. Noi di Recuro crediamo che il castello, i borghi medioevali, il centro storico e il patrimonio artistico siano un punto di forza da cui partire.
Insomma altro che strade…
Corriamo il rischio di avallare un’opera che non ci sarà mai. Ma il pericolo è replicare l’esperienza traumatica vissuta con la variante Anas: allora, per fretta e mancanza di visione si autorizzò la realizzazione di una strada (con le caratteristiche attuali) che tagli in due la necropoli facendo perdere al territorio una risorsa inestimabile.
Eppure il Prggc vigente accoglie al suo interno il Piano di recupero del centro storico..
Che è rimasto rigorosamente sulla carta. Nulla è stato fatto in termini di sottoservizi e di parcheggi o di opere ausiliarie. Invece, di ricorrere alle solite semplificazioni e all’intervento salvifico apparente di grandi opere bisogna pensare a come ricucire i borghi con il resto della città. Lo stesso vale per l’area archeologica. Ben venga il dibattito: la fase di redazione del Puc in corso deve essere l’occasione per dare risposte a queste sfide epocali mai vinte perché mai affrontate.
Puntare sulla riqualificazione rilancio dell’esistente?
Assolutamente si. Puntare sulla valorizzazione delle risorse territoriali, architettoniche, culturali e ambientali che nonostante tutto esistono e che non possono essere ignorate o peggio dimenticate.

bocchetti