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MADDALONI- Via Appia, dopo la mobilitazione, tutto finito? Sembra di no. La manifestazione pacifica, determinata., collettiva davanti alla caserma dei Carabinieri ha messo in movimento un meccanismo istituzionale. Ne parliamo con l’on. Antonio Del Monaco (membro della commissione bicamerale antimafie e sul ciclo dei rifiuti).

On. Antonio Del Monaco

E’ destinata a cadere nel vuoto la protesta-segnalazione di chi vive, sotto la costante minaccia di furti a domicilio, in via Appia secondo tratto?

Il fatto che i cittadini si siano mobilitati è un fatto oltremodo positivo. Spesso ci si lamenta che le persone non denuncino, non protestino, non dicano basta. Adesso, bisogna aggiungere altro.

Cosa?

Ho informato il sindaco di questa esigenza profonda e radicata. La politica locale tutta, senza esclusione di nessuno e ben oltre la logica delle appartenenze, deve dare una risposta. La prima deve essere data subito: una riunione congiunta dei capigruppo consiliari, della giunta, dei cittadini già dalla prossima settimana.

Con quale obiettivo?

Arrivare a formulare una prima richiesta, anzi voglio essere più preciso, un documento da presentare al Prefetto che certifichi le paure e i rischi; definisca le esigenze del territorio e le necessità delle forze dell’ordine. Ricordo, ad onore del vero, che la Prefettura ha già aumentato (con due agenti) gli organici del locale commissariato. E’ solo una goccia nel mare del bisogno che è fatto di uomini, mezzi e anche fattiva collaborazione tra cittadini e situazioni.

L’obiettivo finale quale è?

Dare man forte alle forze dell’ordine. fare uscire interi quartieri dall’incubo dell’isolamento e dal rischio di precipitare nella psicosi, più che giustificata, della paura. Non si può vivere barricati in casa.

Ma siamo sempre nella logica dell’emergenza….

Infatti, va vinta l’emergenza e la paura. Serve una sinergia tra le forze dell’ordine. Per esempio, ottenere (nell’ambito della Campagna strade sicure) che la pattuglie dell’Esercito possano operare anche in aree residenziali e in particolare nelle zone periferiche. Ottenere, un’azione di vigilanza mirata delle aree più bersagliate. E infine, violare i santuari della illegalità. A Maddaloni, dopo il tramonto, le villette comunali sono terra di nessuno e zona franca per lo spaccio (con annesse stese pirotecniche per allertare i clienti). Questa storia deve finire. Non è un’azione di lotta i furti domestici. Bisogna riappropriarsi di spicchi di territorio ormai cancellati.

Redazione