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MADDALONI- Sarà, quella prossima, una settimana cruciale. Riflessione a bocce ferme: se fosse stata un’elezione potremmo dire che è un’esternazione a urne chiuse. Prima che il Tribunale si esprima, in questa che è l’ennesima settimana cruciale per Il Villaggio dei Ragazzi, l’avvocato Franco D’Angelo, ex sindaco, difensore di alcuni creditori e nipote di don Salvatore, solleva e divulga alcuni interrogativi. I conti non tornano: si tratta del monte debitorio e della sua sostenibilità su cui hanno a lungo duellato in punta di diritto l’amministratore giudiziario Roberto Tizzano e il commissario straordinario Felicio De Luca.
A poche ora da una sentenza importante perché nutre ancora dubbi?
Innanzitutto, credo che sia doveroso dire qualcosa su questo debito che sfiora o supera i 30 milioni di euro. Farlo prima della sentenza del tribunale è doveroso per non sovrapporre piani diversi di valutazione. Ormai, l’ultima parola spetta alla magistratura e non non possiamo non tacere. Semmai, ci ritroveremo per commentare la sentenza sull’ammissione o meno del concordato preventivo e la sua omologazione. Ma per settimane si è dibattuto sulla sostenibilità di un debito che non mi torna.
In che senso?
Quando si è aperta la crisi con l’ultima fase della gestione dei Legionari di Cristo si parlava al massimo di 24 milioni di euro di insolvenza. Poi, è arrivata l’epoca dei commissari straordinari. Ebbene, sono perplesso: dopo quattro anni di commissariamento il debito è salito a 30. Più sei milioni: in proporzione molto di più di quello prodotto in 16 anni di gestione precedente.
Sta mettendo sotto la lente di ingrandimento anche le gestioni commissariali?
Coltivo delle perplessità documentate: più sei milioni di euro, nonostante il finanziamento regionali (tre milioni all’anno), il taglio degli stipendi quindi tutto sommato una condizione favorevole.
Sarà frutto della ricognizione successiva della situazione debitoria?
Possibile. Ma i conti mi lasciano perplesso. Perché, se si chiede addirittura agli ex amministratori il risarcimento stratosferico di 21 milioni di euro, allora è legittimo chiedere ai commissari tutti da dove proviene l’incremento del monte debitorio e la sua salita da 24 a 30 milioni di euro. In questa ricerca di responsabilità ogni questione o interrogativo è legittimo. Questo al netto e indipendentemente dall’imminente pronunciamento della magistratura.

bocchetti