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Rincari pure per bus-metro dopo autostrade e benzina

di Elio Bove
Dopo l’aumento dei pedaggi autostradali e della benzina, sulla quale si accende anche la polemica politica, scattano gli aumenti anche nel trasporto pubblico locale, col ritocco al rialzo del prezzo dei biglietti per bus e metro. Il post sui social è ancora lì. Implacabile. Era il maggio 2019 quando la leader di Fdi, Giorgia Meloni, prometteva una progressiva abolizione delle accise sul carburante. “Tasse scandalose sul carburante: le accise e l’IVA pesano per poco meno del 70% del costo totale. Pressione fiscale che compromette tutta la nostra economia. Gli aumenti previsti vanno bloccati e le accise esistenti vanno progressivamente abolite”, affermava la Meloni. Nuovo anno e puntualmente nuova raffica di rincari con conseguente stangata per le famiglie italiane, stimata in 2.400 euro per il 2023 dalle associazioni dei consumatori. In gioco questa volta non ci sono solo i rincari,
ma quel modo di fare politica che si trasforma, diventa ben altra cosa, quando da opposizione diventa maggioranza. Questa volta la premier Meloni è scivolata di brutto sulla classica buccia di banana. Quella in atto è una stangata che, per usare proprio le
parole della Meloni, “compromette tutta la nostra economia”. Oggi si spiegano meglio le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno agli italiani. Con quel “tutti i partiti hanno vissuto un’esperienza di governo”, probabilmente voleva dire che governare è diverso dal fare opposizione. La nomina della prima donna presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il Presidente l’ha definita un “segno di maturità del Paese”. Parole sagge e giuste. Sta di fatto che il Governo Meloni ha inaugurato il 2023 consapevole che le esperienze di governo sono diverse da quelle dell’opposizione.

Redazione