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Tra i volti più popolari ed amati del piccolo schermo, storico inviato di guerra Rai, lo scorso 28 aprile, in un’intervista con Fabio Fazio, aveva raccontato la sua malattia, un tumore all’amianto che non lascia scampo. Molto apprezzata anche la sua attività di scrittore. Nel 2013 ospite a Maddaloni

Lutto nel mondo del giornalismo e dell’informazione per la scomparsa di Franco Di Mare, tra i volti più celebri ed amati del piccolo schermo, storico inviato di guerra della Rai, nonché Direttore di RaiTre. Aveva 68 anni e, come diramato da una nota della famiglia, il giornalista si è spento a Roma circondato dall’amore dei suoi cari ad iniziare dalla figlia, dalle sorelle, dal fratello e dalla compagna Giulia Berdini sposata prima di morire. Nato a Napoli, Franco Di Mare, a lungo inviato in teatri di guerra nella ex Jugoslavia, aveva annunciato di avere “un mesotelioma, un tumore molto cattivo” che non lascia scampo.

Molto toccante la sua ultima apparizione, il 28 aprile, nell’emozionate intervista concessa a Fabio Fazio all’interno di “Che Tempo che Fa” (CLICCA E GUARDA), dove aveva raccontato il suo dramma ma anche il “ripugnante silenzio” della Rai. Gli attuali vertici dell’azienda avevano subito dopo fatto sapere di essere all’oscuro della sua vicenda e nei giorni successivi hanno spiegato di aver fatto recapitare a Di Mare le informazioni che aveva richiesto.

Franco Di Mare con la moglie Giulia e la figlia Stella

Nel corso della sua carriera giornalistica, Franco Di Mare, si è occupato di politica internazionale raccontando i falliti colpi di stato in America Latina, le campagne elettorali presidenziali di Stati Uniti, Francia, Bulgaria e Algeria. È stato autore di servizi e documentari sulla criminalità organizzata nazionale (Sicilia, Campania, Calabria e Puglia) e internazionale (Germania, Russia e Bulgaria). Proficua e ricca di soddisfazioni, anche la sua carriera di scrittore, con tematiche che riguardavano il dramma della guerra e i bambini.

Nel 2011 la pubblicazione del romanzo bestseller “Non chiedere perché” dove raccontava la storia di come aveva incontrato in un orfanotrofio una bimba di dieci mesi che poi avrebbe adottato con il nome di Stella: tredici ristampe, il Premio Roma e il Premio Fregene e il secondo posto al Premio Bancarella e da esso è stata in seguito tratto il film tv “L’angelo di Sarajevo” con Beppe Fiorello.

Nel 2013 ancora storie di adolescenti ambientate a Napoli con “Il Paradiso dei Diavoli“, storie di ragazzi che sono riusciti a sfuggire dai richiami di malavita e strade cattive ottenendo piccole grandi rivincite. Il libro fu presentato anche al Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni in un serrato dibattito con gli studenti. In quell’occasione, Franco di Mare definì il Villaggio come una “piccola Svizzera” dell’istruzione e della formazione, dove tanti diavoli sono riusciti a trasformarsi in angeli.

Vincenzo Lombardi