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Dalla contestazione violenta alla vittoria: le storie parallele di De Laurentiis e De Filippo. Continua il dramma delle politica locale che preferisce sempre e solo dimenticare. E pure in fretta

MADDALONI- Andrea e Aurelio, due destini incrociati. Una strana similitudine accomuna De Filippo e De Laurentiis, rispettivamente sindaco fresco di nuova rielezione e presidente fresco di scudetto. Entrambi, fatte le debite proporzioni, sono stati oggetto di violente contestazioni che sono sfociate in scomposti attacchi personali che nulla hanno a che vedere con le rispettive attività svolte. E ora, per entrambi, dopo la vittoria roboante, si prospetta lo spettro della rimozione. Molti, forse troppi, hanno voglia di dimenticare. Quelli dell’A16 sono tornati ad indossare la maglietta del Napoli. Gli antidefilippo sono stati eletti con De Filippo… A volte in politica, come nel calcio, serve coraggio. Il coraggio di dire la verità e di guardarsi in faccia. Oggi, chi ricorda quello che in estate ha dovuto sopportare Aurelio De Laurentiis quando i tifosi gli indicavano l’autostrada A16 così da dedicarsi solo al Bari? Ma basta tornare a nove mesi fa e raccontare la cronaca di quei giorni: a luglio il presidente del Napoli era il più contestato della Serie A. Colpevole sempre per non aver trattenuto alcuni calciatori. Non bastavano i conti in ordine dell’unica squadra di seria A senza debiti. E nemmeno la programmazione. E ora? Tutti a festeggiare, grazie alla programmazione contestatissima fatta dal “pappone” per utilizzare l’epiteto più amichevole. Tutto il resto è la storia di un campionato travolgente.

Il consiglio comunale dei “civici per caso”

E che ‘entra De Filippo? C’entra. Anche lui, indipendentemente dalla liste, dalla maggioranza e dalla cose fatte, è stato oggetto di violenti attacchi. A torto o a ragione, non sta a noi dirlo. Ma la politica e l’attività ammnistrativa è altro e passa attraverso al competenza e la conoscenza degli atti prodotti. Ma non si può non rilevare che, nelle ultime settimane o mesi, il problema di questo territorio non erano i partiti liquidi; non sono stati stati i partiti schiacciati sotto il tallone dei colonnelli; le tessere pezzotte o i perenni passaggi di casacca alla corte di questo o quel consigliere regionale. L’unico problema era avviare De Filippo verso l’imbocco dell’ “A16 delle politica”. Non sono basti il riordino ammnistrativo, la redazione del Puc e la riattivazione dei servizi essenziali. Insomma, a ciascuno il suo coro: “Pappone vinci sempre tu” per ADL. Oppure, “Forza Landolfi” per ADF. La vittoria netta cancella ogni cosa? Forse. Ma non è finita. Perché i “civici per caso”, che assieperanno il consiglio comunale hanno in tasca pure la tessera del referente di turno. E torneranno anche quelli del partito democratico della diaspora che torneranno a rimettere in scena la guerra tribale per contendersi quello che resta del Pd.

Redazione