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Una città non può vivere soltanto grazie ai servizi indispensabili al benessere collettivo (che da noi difettano alquanto e alcuni sono del tutto assenti) e men che mai solo grazie a festicciole e cerimonie (che invece abbondano). Senza un progetto culturale e socio-economico sostenibile per sconfiggere la disoccupazione e senza un patto economico e sociale per lo sviluppo, Mondragone continuerà ad impoverirsi sempre più. Mentre altrove si parla di green economy, di nuove forme urbane, di nuove idee e opportunità di sviluppo e di nuove forme di occupazione, chi amministra la nostra città (e da tanti anni) fino ad oggi non è stato in grado di partorire uno straccio di idea in grado di fermare l’incessante declino socio-economico che sta stritolando centinaia di famiglie. Il mare, il paesaggio, l’agricoltura o la cultura sono da sempre demagogicamente sbandierati come elementi dell’identità locale e dell’unicità della nostra città, senza mai diventare però effettivamente la forza vitale per disegnare il futuro del territorio.

“Un territorio, ha sottolineato Gianni Pagliaro, portavoce dell’AMBC, che vive un’acuta sofferenza sociale e – cosa peggiore – non ha davanti a sé alcuna prospettiva di miglioramento, soprattutto perché chi ci governa non è in grado di pensare e di mettere sul tavolo un progetto strategico per il futuro e continua a spendere e spandere soldi pubblici in interventi fine a sé stessi, che forse fanno gli interessi di qualcuno (i soliti), ma certamente non quelli della città.”

“Una città sempre più senza lavoro e sviluppo e che diventa così sempre più povera, come ci ha documentato di recente Dario Caprio: https://www.casertanotizie.com/politica/2024/03/21/associazione-mondragone-bene-comune-la-citta-oltre-il-pettegolezzo/. E proprio Dario Caprio nei giorni scorsi ci ha segnalato nuovi dati relativi ai redditi dei nostri concittadini, che confermano purtroppo la grave situazione di crisi.”

“Il ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) nei giorni scorsi ha pubblicato i redditi italiani riferiti all’anno d’imposta 2022, ha dichiarato Dario Caprio. E ancora una volta la città di Mondragone, con appena 13.914 € di reddito pro capite, fa registrare una delle situazioni maggiormente critiche (anche se si tratta di dati in aumento rispetto a quelli precedenti, in linea con la tendenza in aumento che si registra sostanzialmente in tutti i Comuni d’Italia). Come al solito, per cercare di rendere esplicita la grave situazione della nostra città la compariamo a quella di alcuni comuni limitrofi, scoprendo così che i redditi a Cellole si sono attestati su 16.162 €, a Carinola hanno raggiunto i 15.787 €, a Sessa Aurunca i 16.378 € pro capite, a Teano i 15.785 €, a Pignataro Maggiore € 18.203,  a Cancello Arnone € 14.969, a Formia sono arrivati a € 20.021, a Minturno ad € 17.798, a Gaeta i redditi pro capite hanno raggiunto i 20.723 €  e a Sparanise i 17.186 €.  Tutti di gran lunga superiori a quelli di Mondragone, che fa meglio soltanto di Castel Volturno, che si ferma ad € 12.979 (l’Area Domiziana si conferma come una delle zone più critiche d’Italia sotto il profilo socio-economico e ambientale).”

“I redditi dei Mondragonesi restano troppo bassi, anche in confronto alla media regionale, già di per sé critica: in Campania i redditi pro capite sono in media 17.846 €, ma la nostra Regione si è piazzata soltanto al 15° posto tra le Regioni d’Italia. Redditi troppo bassi – ha continuato Dario Caprio – che l’aumento dell’inflazione (attestata dall’ISTAT all’8,1%) rende ancora più miseri e che fanno di Mondragone (e dell’Area Domitia) una realtà fortemente deprivata, un luogo dove si concentrano tutti i fattori di svantaggio. E non dimentichiamo che il nostro Comune ha sul groppone un debito di oltre 30milioni di € e, quindi, non ha molta agibilità per intervenire direttamente, con risorse del proprio bilancio, né sul fronte del welfare o della cultura, né su quello dello sviluppo economico. Tuttavia, come abbiamo sottolineato in altre circostanze, non sono i soldi (comunitari, nazionali o regionali) che mancano. Manca una cultura dello sviluppo in grado di cogliere le trasformazioni in atto sul piano produttivo, ambientale e sociale (pensiamo alla digitalizzazione, all’automazione e agli altri cambiamenti tecnologici, ai cambiamenti demografici, compresi l’invecchiamento della popolazione e i flussi migratori, a quelli climatici e così via), manca l’elaborazione di nuove ipotesi sul ruolo futuro dell’ente locale e sulle necessità di innovazione, mancano competenze tecnico-politiche a livello comunale, manca il coinvolgimento di cittadini, imprese e associazioni, quali portatori di bisogni e aspettative crescenti da soddisfare. In definitiva, ha concluso Dario Caprio, a mancare è una strategia complessiva di sviluppo.” 

Nei giorni del Covid e della “sommossa” presso i cosiddetti Palazzi Cirio, nell’articolo di Luciano Capone, l’inviato de Il Foglio (uno dei tanti corrispondenti che portarono Mondragone alla ribalta nazionale e non solo), si leggeva: “Questa situazione non si risolve né con il reddito di cittadinanza né con l’esercito”, dice Mario Landolfi, ultimo esponente politico di rilievo nazionale di un territorio che ora è anche senza rappresentanza politica. “Servono progetti a lungo termine, risposte articolate e complesse.” (https://www.ilfoglio.it/cronache/2020/06/27/news/mondragone-e-il-focolaio-delle-inefficienze-che-la-politica-non-vuole-vedere-321534/).

L’Associazione Mondragone Bene Comune condivide quanto evidenziato dal giornalista de Il Foglio circa l’attuale assenza di rappresentanza politica del territorio e, al netto del giudizio sul Reddito di Cittadinanza (che – come abbiamo sostenuto a più riprese e come sottolineato da tutti gli esperti – andava migliorato ma non andava superato: https://www.casertanotizie.com/politica/2023/12/19/ambc-unamministrazione-muta-e-inerte-sulle-poverta-come-sul-nuovo-sostegno-al-reddito/), condivide quanto affermato dall’on. Mario Landolfi in quella circostanza: sì, servono progetti a lungo termine, risposte articolate e complesse.

Peccato che da allora siano trascorsi altri 4 anni e di progetti e risposte neppure l’ombra.

Redazione