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Nel comunicato di ieri-13 aprile-sul bando nazionale che assegna fino a 3 milioni di € ai Comuni per mettere in sicurezza gli asili nido del proprio territorio, abbiamo inserito il link al DPCM del 30 dicembre 2020, che-tra le altre cose– nell’assegnazione dei finanziamenti consideral’indice divulnerabilità sociale e materiale (IVSM) dei Comuni, calcolato  dai  dati  residisponibilidall’ISTAT. E nell’allegato al DPCM vi è l’elenco dei comuni con l’indice di vulnerabilità.Ma cos’è la vulnerabilità sociale e materiale?Vulnerabilità socialee materialesignifica trovarsi in una condizione di incertezza, suscettibile di trasformarsi in vero e proprio disagio economico e sociale. Attraverso un indicatore proposto da Istat, è possibile stimare per ciascun territorio la sua vulnerabilità, a partire dalle caratteristiche di chi ci abita. Più è alto, maggiore è il rischio di disagio e vulnerabilità in quella zona. Se inferiore a 97 il territorio ha un basso indice di vulnerabilità, tra 97 e 98 il rischio è medio-basso, tra 98 e 99 il rischio è medio, tra 99 e 103 il rischio è medio-alto, sopra 103 il rischio è alto. Forse anche agli amici più affezionati che seguono l’AMBCquasi quotidianamente sarà sfuggito l’indice di Mondragone. E sapete qual è?L’indice di vulnerabilità sociale e materiale di Mondragone è 107,26. Quindi, con rischio non alto, ma altissimo! Questo indice è utile perché condensa in un’unica misura diversi indizi che segnalano possibili situazioni di sofferenza, come- ad esempiola presenza di genitori single con figli, di giovani che non studiano e non lavorano, di famiglie numerose e in abitazioni sovraffollate, di anziani soli, di persone senza titolo di studio. I territori con un’elevata vulnerabilità sociale, comeMondragone, meritano un’attenzione particolare, anche rispetto alla programmazione degli interventi e dei servizi pubblici. Si tratta infatti di aree in cui convivono strati sociali potenzialmente più deboli. Nelle zone ad alta vulnerabilità, come Mondragone, è maggiore l’incidenza di famiglie numerose o composte solo da anziani, genitori single, giovani che non studiano e non lavorano, adulti senza titoli di studio o analfabeti, famiglie in disagio economico o che vivono in case sovraffollate. Fattori che rendono più probabile una condizione di disagio materiale. Si tratta di territori che potrebbero essere più vulnerabili durante una fase di crisi economica o di congiuntura negativa, come quella che stiamo vivendo a causa della pandemia. Non è la prima volta che affrontiamo questi problemi, che sottolineiamo lo stato di povertà che si aggrava sempre più e che ci soffermiamo-dati alla mano– sulla situazione socio-economica della città di Mondragone(il Litorale Domizio sta anche peggio!). Lo facciamo con la speranza di tracciare un percorso per il futuro prossimo, di stabilire un metodo di lavoro politico-amministrativo basato sulla conoscenza e sui dati, di prefigurare una modalità di governo consapevole e competente. Esattamente il contrario di ciò che è successo con l’amministrazione Pacifico in questi brutti anni. Su la RepubblicaCronaca di Napoli di ieri 13 aprile, nell’articolo di Bianca De Fazio dal titolo:” La Procura: In 900 non seguono le lezioni” sull’abbandono scolastico (aggravatosi in questi mesi di pandemia),abbiamo letto con amarezza– ma senza alcuna sorpresa-che dai report giunti sul tavolo del capo della Procura della Repubblica del Tribunale dei minori risulta che “nel Casertano  è Mondragone a detenere il record degli abbandoni scolastici”. Un’ ennesima, amara conferma che questi sono anni veramente tristi e bui. Anni che stanno compromettendo non poco il futuro sociale del nostro territorio.

Redazione