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Chi pensa di ricandidarsi a guidare la città e tutti coloro (giovani e meno giovani) che -speriamo in tanti -vorranno per la prima volta “scendere in campo” per salvare le sorti di Mondragone, fortemente compromesse da questi anni di disamministrazione Pacifico, farebbero bene a iniziare a prendere visione e a studiare approfonditamente “i dossier” più importanti che riguardano la città. Abbandonando i “luoghi comuni” e il “sentito dire” (e i pilotati racconti degli inqualificabili “pennivendoli”sciorinati di buon Mattino),che troppo spesso fanno da sfondo a pseudo argomentazioni politiche e affrancandosi dalla faciloneria con la quale si approcciano problemi complessi, spesso incancrenitisi negli anni. E a considerare soprattutto l’oggettività dei numeri/dati, che -come abbiamo potuto constatare anche durante questi mesi di pandemia- dovrebbero essere sempre alla base (anche se non dasoli) di qualsiasi decisione. Farebbero bene a prendere confidenza e dimestichezza, per esempio, con i numeri del bilancio, che continuano ad essere appannaggio di pochissimi. E a fare ciò che Pacifico non ha voluto o potuto fare (e che pure aveva pubblicamente promesso in campagna elettorale e sottoscritto nel programma), ovvero una due diligence per verificare e rendere pubblico -prima di iniziare ad amministrare- cosa ci siarealmente nelle carte contabili, tra l’altro di recente attenzionate dalla Corte dei conti. A proposito: si sa qualcosa dell’indagine della Corte dei conti? A che punto è la notte? (tra parentesi:nessun cronista di sera, di pomeriggio o di Mattinosi degna di fare il proprio mestiere, ovvero di fare le pulci al potere e, quindi, di fare- per esempio- un’inchiesta sul bilancio comunale a partire dall’indagine della Corte dei conti. Non abbiamo- duole constatare ancora una volta- una carta stampata al servizio dei cittadini e della democrazia, che agisce in autonomia e con la schiena dritta, ma soltanto scribacchini proni e asserviti al potente locale di turno!)L’AMBCda anni insiste nel pubblicare e commentare dati e nel contestare/denunciare o nel proporre esclusivamente sulla base di essi e sulla scorta di argomentazioni frutto di analisi edi approfondimenti tecnici, che non di rado coinvolgono anche amici esperti. Non amiamo il “governo dei migliori” ma neppure quello degli incompetenti. Non si può accettare che anche per il lavoro più umile e semplice occorra avere requisiti e competenze, da comprovare, mentre ci si può proporre a guidare una città anche in assenza di conoscenze e saperiminimi indispensabili. Lo hanno capito anche quelli dell’“uno vale uno”. Studiando il bilancio, per esempio, si scoprirà che Mondragone fa di tutto per non incassare e fa di più per spendere (ma solo per alcuni). La voce di entrata relativa alle tasse e alle imposte è, come è noto, alquanto rilevante nel bilancio di un comune, tanto- per esempio- che in tanti comuni le entrate per tasse e imposte rappresentano quasi la metà del totale delle entrate in bilancio. Utilizzando i dati di Openpolis (2019) vediamo che, per esempio,Cellole incassa 668,31 € pro capite, oppure che Castel Volturno recupera 471,63 € pro capite. Cifre inimmaginabili per Mondragone, che si ferma ad un misero 294,2 € pro capite di entrate per imposte e tasse.  C’è anche da dire che considerando tutti i comuni italiani, tra le prime posizioni troviamo località turistiche. E ciò la dice lunga sul turismo mondragonese! Ma se ad incassare arranca, per quanto riguarda invece la spesa Mondragonenonsfigura del tutto, soprattutto se si tratta di una spesa in favore di qualcuno in particolare. A San Felice Cancello per i vigili urbani spendono- per esempio- 35,2 € pro capite, a Castel Volturno 23,08 € e a Teano 22,57 euro pro capite, mentre a Mondragone si arriva a ben 46,56 € pro capite. Chi si candida a governare la città dopo la “notte” di Pacifico dovrà scoprire tutti gli altarini e ribaltare una volta per sempre tutte le rendite di posizione! E terminiamo con una notizia poco diffusa in città (costretta a leggere le “boiate pazzesche” dispensate di buon Mattino da patetici megafoni cartacei del potere di turno, privi di dignità e professionalità) e riguardante lo scarsissimo funzionamento del Consiglio regionale della Campania e delle sue Commissioni. Titolava la Repubblica di Napoli del 9 aprile scorso: “Consiglieri regionali 12mila euro al mese per un dolce far niente. In cinque mesi, in piena crisi, la nuova assemblea si è riunita solo quattro volte. Commissioni ferme. Consiglio regionale, 4 riunioni in 5 mesi. Autocriticadi Oliviero: <Lavori a rilento>”. E all’interno dell’articolo di Alessio Gemma si poteva leggere, tra l’altro: “Marì Muscarà, consigliera M5s, fa parte della commissione Ambiente (N.d.R.: la commissione Ambiente è presieduta dal consigliere Giovanni Zannini): <Avremo fatto 4 riunioni, non di più. Ci sono associazioni e comitati che vogliono essere ascoltati, ma rimane tutto fermo. Rispetto alla frenetica attività di 5 anni fa, si procede con una lentezza inspiegata>”. Il Parlamento(Camera e Senato) e le relative Commissioni lavorano a pieno ritmo e non hanno mai smesso di funzionare. Eppure, anche a Roma c’è il Covid-19, come a Mondragone (dove il Consiglio e le commissioni “latitano allegramente”) e a Napoli(dove Consiglio regionale e commissioni restanoin un “dolce far niente”). È proprio vero: questa pandemia non è uguale per tutti! C’è chi incassa come sempre e si può permettere anche il lusso di non fare un cazzo e chi perde il lavoro o è costretto a chiudere la propria attività e la propria azienda e non sa come tirare avanti, scivolando verso la povertà.

Redazione