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Il rompicapo sull’allocazione di un servizio socialmente essenziale e la sua coesistenza con aree residenziali

MADDALONI- Non c’è casa e non c’è sede per gli oltre 300 utenti del servizio sanitario territoriale. Il SerD di Maddaloni, sfrattato in tutta fretta dal perimetro del «Covid Hospital», dovrebbe per legge ritornare sul territorio. Ma non si sa dove allocarlo.  Riconosciuto il diritto dei portatori di dipendenze (tossicodipendenti,  alcolisti, affetti da ludopatie) e le loro relative famiglie: circa 300 persone direttamente assistite e 600 utenti in carico, costrette a traslocare presso il Serd di Caserta in via Feudo San Martino, potranno e dovranno tornare a casa.   E’ solo un principio. I pazienti, residenti a   Maddaloni, S,Felice a Cancello, Santa Maria a Vico, Arienzo, Cervino e Valle di Maddaloni, hanno il diritto ad un’assistenza territoriale adeguata. Ma il problema è pratico: tutte le soluzioni per una nuova sede sono state ritenute non idonee. E’ un rompicapo. Bocciata l’ipotesi di utilizzare parte dei locali terranei del distretto sanitario 13 di via Caudina per la difficile coesistenza e coabitazione in un strutture residenziali. Sarebbe, a detta del sindaco, poco praticabile il ritorno in ospedale. Il comune di Maddaloni non ha la disponibilità di locale ad offrire in comodato d’uso. Ritenuta non praticabile l’utilizzo del centro polifunzionale ex macello di via Napoli che continuerà ad ospitare scienze infermieristiche. Tramontata anche l’ipotesi di ricavare spazi presso l’attuale sede del soccorso 118. Sospeso, per il momento, il servizio di contiguità territoriale anche con gli operatori sanitari del carcere di Arienzo e la comunità di recupero «Leo Amici» di Valle di Maddaloni. E adesso. passata la pandemia Riscossa Maddaloni rilancia una sua proposta.

Riceviamo e pubblichiamo:

MADDALONI – Riaprire il Sert (Servizio per le tossicodipendenze) di Maddaloni. E’ questo l’obiettivo del consigliere comunale di ‘Riscossa di Maddaloni’ dott. Claudio Marone che chiede al sindaco di farsi promotore di questa azione presso il Direttore Generale dell’Asl di Caserta Russo.

“Si tratta di un’iniziativa – ha spiegato il medico chirurgo – che in questo momento di forte riduzione del contagio con la conseguente diminuzione dei pazienti ricoverati ed in terapia intensiva è assolutamente fattibile. Inoltre molti servizi legati al covid sono stati destinati ad altre strutture vedi ad esempio il centro per i tamponi al Palazzetto dello Sport e le vaccinazioni che dallo scorso 1 giugno vengono eseguite alla caserma ‘Magrone’”. La riapertura del Sert non rappresenta soltanto un inizio di ritorno alla normalità. Per Marone infatti si tratta di un servizio necessario per chi soffre di dipendenze: “Con l’esplodere della pandemia, il Sert è stato trasferito. Voglio ricordare che si tratta di un servizio che assiste oltre 300 pazienti provenienti da Maddaloni e da tutto il territorio della Valle di Suessola. Va da sé che questi soggetti non sempre hanno la possibilità di spostarsi a Caserta. Questo ha generato una sorta di dispersione e di senso di smarrimento nei pazienti incrementando anche episodi di microcriminalità ad esso legati”. Propongo che la parte di ospedale dove alloggiava il Sert (Servizio per le tossicodipendenze) che è completamente autonoma con ingresso indipendente da via Roma venga quindi ripristinata. Per questo chiedo al sindaco Andrea De Filippo di farsi promotore di questa azione presso il Direttore Generale dell’Asl Ferdinando Russo”.

Redazione