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Non sono stati attivati i servizi di riabilitazione respiratoria e la terapia con gli anticorpi monoclonali. In sospeso, il piano di riattivazione dei servizi delocalizzati: Pronto soccorso, chirurgia, pneumologia, radiologia e tutti quelli operativi prima della pandemia

MADDALONI- Una scena già vista. Arriva l’estate, calano per fortuna i dati della pandemia e aumentano le preoccupazioni per il futuro immediato del Covid Hospital. Ma la precedenza va alle buone notizie: solo circa 20 i ricoverati nelle subintensive Medicina 2 e Medicina 4. Chiuse temporaneamente Terapia Intensiva Uno, Medicina 1 e Medicina Tre. Scatta la sanificazione degli ambienti. Resta aperta la struttura in attesa di eventuali ricoveri contestualmente alla chiusura del Covid Hospital di Santa Maria Capua Vetere. Fin qui, gli atti consequenziali collegati alla decrescita della curva pandemica.

Gli interrogativi sul mancato avvio dei servizi terapeutici

Si chiude ma non aprono i servizi di riabilitazione respiratoria. Il primo giugno era attesa l’attivazione con 20 posti letto e pure la terapia con gli anticorpi monoclonali. Dovevano essere attivati i servizi anche nell’area dell’hub vaccinale dismesso. Nulla da fare. E cominciano gli interrogativi: che fine faranno i medici, gli infermieri e gli operatori socio-sanitari? Una risposta c’è ed è collegata a quello che è successo l’anno scorso: Premesso che il personale assunto con contratto covid è inamovibile, tutti gli altri verranno forse utilizzare come ausiliari presso altre strutture sanitarie ospedaliere e territoriali. E’ una ipotesi, ma tutt’altro che remota.

Le prospettive future

Premesso che è troppo premature ipotizzare un disarmo della struttura o ridimensionamento e posto che l’autunno è tutto da scoprire nella speranza che le vaccinazioni frenino la risalita della curva dei contagi e soprattutto la necessità di ospedalizzare i contagiati, incomincia a fare capolino il discorso sul ritorno alla funzioni originarie e alle nuove attività ipotizzata a cominciare da una struttura per malattie infettive. Siamo rimasti al tavolo di confronto con Aiala cioè con il presidente della commissione sanità della regione Campania. Per non dimenticare, è stato discusso che bisogna ripartire dalle branche temporaneamente dislocate: Pronto soccorso, chirurgia, pneumologia, radiologia e tutti i servizi operativi prima della pandemia. Tutti nessuno escluso. Su questi innestare o integrare le nuove attività collegate direttamente o indirettamente alla gestione delle pandemia e all’ottimizzazione dei servizi di rianimazione, terapia sub intensiva e intensiva. Per il momento, sono più gli interrogativi che le risposte.

Redazione