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La questione campo rom e Parco Verde. “Si muore per gli spari…si muore per i roghi tossici

di Antonio Del Monaco– C’è desolazione negli occhi di don Patriciello, occhi che anche oggi ho potuto vedere da vicino. Un uomo, stanco delle brutture che lo circondano, ancora una volta colpito nello spirito: i bambini che seguivano il campo estivo all’interno della parrocchia, da ieri sera, hanno dovuto interrompere i giochi. Un cartello oggi ne indicava la sospensione…
26 bossoli ritrovati lì, a terra, appena fuori il cancello, sparati ieri sera all’impazzata, mentre loro erano in Chiesa.
Come in un film. Ma è la realtà di Caivano, invece, una realtà assurda e pericolosa con cui convivono decine e decine di persone per bene, unite intorno alla figura di Padre Maurizio.
Quando riprenderanno a giocare con serenità i bambini? Come si può vivere costantemente nella paura?
Padre Maurizio è un uomo forte, ma le crepe nell’animo fanno male…e non si rimarginano. Lottare da solo è difficile, è disarmante.
Caivano non può essere ricordata sempre come la piazza di spaccio più grande di Italia o come il luogo di morte di due bimbi “caduti” dall’ultimo piano di un palazzo.
Caivano può e deve essere altro, e lo Stato deve fare di più per regalare un futuro migliore ai più piccoli, agli innocenti, a chi grida basta, a chi chiede aiuto.

Si muore per gli spari…si muore per i roghi tossici.
Insieme agli attivisti di Acerra, e ai Carabinieri, il Comandante della Compagnia di Casoria e il Comandante della Tenenza di Caivano, ho proseguito la mia ispezione di natura operativa presso una zona occupata dai Rom: un campo di dimensioni poco estese ora, ma con tantissimo spazio intorno in cui rifiuti di ogni sorta, carcasse di auto, decine e decine di pneumatici, mobili vecchi, elettrodomestici dismessi di grandi dimensioni e tanto altro, vengono bruciati periodicamente.

Sono roghi, sono fumi tossici e i liquidi delle auto e degli elettrodomestici inquinano il terreno.
Urge un intervento!
È indispensabile mettere fine a tutto questo, è necessario ridare “aria” alla gente che vive in queste zone, che respira, che mangia da queste terre, che beve da queste acque.
È vergognoso lasciare che tutto questo accada nel silenzio e nell’indifferenza totale: se qualcosa si fa è poco, troppo poco!!

È mia intenzione scrivere al viceprefetto Romano, commissario per la Terra dei Fuochi, per invitarlo a vedere con i suoi occhi di cosa stiamo parlando, di cosa parliamo sempre! Non mi basterà una sua risposta da Roma.
Scriverò altresì al Prefetto di Napoli per la triste e inaccettabile condizione che ruota intorno alla parrocchia di Padre Maurizio: il Parco Verde non può esistere in tali condizioni…e a tali condizioni, è bene ribadirlo forte e chiaro, non deve esistere alcun silenzio assenso.
È necessario agire, subito.
Non vogliamo piangere sulla bara di altre vittime innocenti.

Redazione