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Sfida alla rovescia: gli operatori ecologici, da quattro mesi senza ticket, contestano i ritardi continui e prolungati. Vediamo fin dove vuole spingersi

MADDALONI- Non cambia mai niente nei rapporti, tutt’altro che semplici, tra i dipendenti e la Buttol. Ci eravamo lasciati con le contestazioni alla conciliazioni (per il riconoscimento degli scatti parametrali). Tra una polemica e l’altra, sono arrivati i problemi igienici-sanitari presso gli spogliatoi allagati del cantiere e la solita perdita di liquami durante le operazioni del trasbordo dell’umido. Una settimana si e l’altra pure, c’è sempre un problema, un intoppo, una questione irrisolta. Ma la madre di tutte le questioni, mai risolte, è quella del pagamento dei ticket mensa. Negli ultimi quattro anni, non c’è stato un mese o un bimestre che non ci fosse una lamentela sui ritardi. E oggi, coerentemente con il passato recente e remoto, non è cambiato nulla. Sono quattro i mesi arretrati. Così, anche il personale (che non molla di un millimetro da sempre abituato a far valere le proprie ragioni) si è stancato. Hanno deciso di ribaltare il tavolo del contenzioso. Ne abbiamo sentiti tanti. E tutti parlano con la stessa voce; usano le stese parole e sostanzialmente dicono le medesime cose. Decida la Buttol, se e quando intende onorare gli impegni rispettare gli accordi sindacali. Il personale, pur rispettando mansioni e impegni, aspetta la Buttol al varco; vuole vedere fin dove l’azienda vuole spingersi con i ritardi. Non ha bisogno dei ticket per mangiare ma ha bisogno di un’azienda che onori i patti. La sfida è lanciata nell’attesa che, anche il comune nel ruolo di committente aggiorni il lungo elenco di di defezioni e omessi accordi contrattuali.

Redazione