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MADDALONI- Dalle chiacchiere ad un’iniziativa politica seria e soprattutto amministrativa. Il Pd rompe gli indugi su «Maddaloni la Terra dei botti»: notti insonni, afose e soprattutto molto rumorose. Antonio Giannini si fa interprete di una porposta concreta.

Non bastano gli esposti alle forze dell’ordine?

Servono, ma non bastano. Gli appelli generici alle forze dell’ordine tutto fare non servono. Ripeto: le lamentele periodiche, le denunce e gli appelli non servono più.

Serve una politica ammnistrativa a supporto?

Come minimo. Ci vuole un rigido regolamento comunale e una forte azione di repressione. La situazione è tragica e paradossale: più diminuiscono i residenti, per effetto dell’esodo vacanziero, e più aumenta il possesso  e l’esplosione non autorizzata di fuochi di artificio in luoghi pubblici o presso locali commerciali.

Se per i festeggiamenti patronali ci vogliono le autorizzazioni delle autorità, lo stesso accada per battesimi, comunioni, compleanni e chi più ne ha più ne metta?

Senza esagerare, per la durata, l’intensità, i decibel superati e l’aria irrespirabile che ammorba interi rioni siamo al cospetto di vere stese pirotecniche notturne in pieno centro abitato, ben oltre la mezzanotte, consumate in punti topici dei quartieri o dei rioni. Bisogna vietare che sia abitudine consolidata festeggiare con i botti ogni battesimo, compleanno, anniversario ma anche feste rionali. Non è permesso dalla legge. Si impongano un divieto comunale esplicito, condizione propedeutica per la repressione.

Potrebbero essere non solo festeggiamenti…

Adottare un regolamento comunale che vieti l’utilizzo di «botti da parte di locali commerciali, ristoranti e luoghi di ritrovo offrono spettacoli pirotecnici ai propri clienti». Poi c’è un lato giuridico vincolante: «L’avvio di una verifica puntuale sul possesso delle autorizzazioni». Se sono segnali per bandacce o altro, i divieti sono ancora più necessari. Urge una mobilitazione trasversale è «contro la rassegnazione e l’abbandono del territorio», si chiede al sindaco di «intervenire presso le forze dell’ordine», perché «non si può più vivere da sepolti in casa.

Redazione