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Comune e Sogert smontano molti ricorsi. Accolti quelli senza documentazione completa per la riscossione

MADDALONI- Sarà avvincente. La possiamo ribattezzare la Champions League dei ricorsi. Nella battaglia del comune contro gli evasori o elusori di lunga data (ben oltre il periodo di prescrizione), continuano i colpi di scena. Dopo le polemiche sui pignoramenti dei conti correnti o presso terzi, arrivano altri pronunciamenti «ammazza riscossioni coattive». Sogert, società concessionaria del comune, condannata alle spese processuali, morali e a rinunciare alle pretese di recupero dei crediti. E sono tre: l’Ufficio del Giudice di Pace di Maddaloni ha annullato gli atti ingiuntivi illegittimi (notificati nonostante la sospensione imposta dal decreto mille proroghe). I dispositivi, disposti dai magistrati onorari Alberto Di Vico e Alfonso Di Nuzzo, pur nella diversità dei casi, cancellano tutte le «notifiche di pagamento anomale o irrituali» e ingiunzioni di lungo corso affette da prescrizione di fatto ma prive del corredo di atti che ne definiscano un titolo giudiziario definitivo. E’ una guerra che vale cinque milioni di euro: sono quelli che, sotto forma di crediti non riscossi, il comune vuole recuperare. Si vince e si perde su un dettaglio decisivo: molte delle evasioni di lunga data (Imu, Tari, ruolo acqua e tributi minori) risalgono addirittura al 2008. Ma molte procedure prescrittive sono state interrotte con avvisi e messe in mora ulteriori. Il problema è tutto burocratico: tutti gli atti prodotti dall’ex Iap, oggi ereditati dall’attuale società di riscossione Sogert, non solo sono spesso incompleti, privi di documentazione ma godono di un «termine di prescrizione breve rispetto a quello ordinario decennale (ex art. 2953 c.c.)». In sintesi, si tratta di azioni fondate solo su generiche informazioni. Ma c’è anche la riscossa del comune. Molto probabilmente non ci sarà l’effetto valanga: Comune e la Sogert, che sono riusciti a recuperare una buona parte ma non tutta la documentazione a corredo dei ricorsi. Scovati dagli archivi molti atti dimenticati. «In molte cause –commenta il sindaco Andrea De Filippo- è il comune a vincere. Invito, fatto salvo il diritto al ricorso, a non scambiare singoli incidenti procedurali per fallimento di una opera necessaria, fiscalmente equa e dovuta di recupero dell’evasione fiscale storica di massa». I numeri sono impressionanti: notificati, al momento, solo 1,5 milioni di euro non versati dei 5 censiti. Ufficialmente, l’azione di recupero ha ammesso al rateizzo cartelle per un ammontare, sulla base di una stima per difetto, di circa 700 mila euro con un gettito di circa 400 mila euro. Da Imu e Tari invece c’è stata un incasso di 198 mila euro.

Redazione