00 4 min 3 anni

«Ho aderito, con piena condivisione, all’iniziativa di Libera Campania intitolata “100 passi in 100 giorni contro camorre, corruzione e clientele” perché sono convinto che sia necessario un piano per la giustizia sociale e ambientale». Così Raffaele Aveta, candidato sindaco a Santa Maria Capua Vetere, annuncia la sua adesione (promossa da Luigi Scaramuzzini) all’iniziativa del coordinamento regionale dell’associazione antimafia.

«La pandemia – spiega Aveta citando la premessa del documento sottoscritto ieri – ha reso più fragili le nostre città, compresa Santa Maria Capua Vetere. Sono aumentate le diseguaglianze; i servizi come la scuola, i trasporti e la sanità sono più difficilmente accessibili, sempre più insicuri e scadenti; il lavoro stabile continua a restare un miraggio o il desiderio forzato di chi emigra dal Sud. Le periferie e le città di provincia come la nostra sono sempre più abbandonate ed è in questi contesti che crescono e si alimentano la violenza e il potere delle camorre».

Libera Campania sottopone, dunque, ai candidati alle elezioni amministrative un patto con sei proposte concrete da attuare contro camorre, corruzione e clientele, sei delibere comunali come primo passo per cambiare direzione.

«Si tratta – continua ancora Aveta – di provvedimenti riguardanti: beni confiscati; educazione, memoria e comunità; memoria civile; trasparenza e corruzione; usura, racket e gioco d’azzardo; politiche sociali. Credo che sia un impegno importante, necessario e urgente».

In particolare, la prima delibera proposta da Libera Campania interviene sulla “totale trasparenza dei dati e delle informazioni sui beni confiscati” trasferiti ai Comuni, con l’obiettivo della piena restituzione alla collettività mediante l’assegnazione a soggetti del Terzo Settore, la progettazione di politiche occupazionali per i giovani e la riconversione ecologica.

La seconda delibera riguarda il “contrasto alle povertà educative e culturali”, che non può essere lasciato alla sola istituzione scolastica. Il Comune può, ad esempio, offrire spazi di crescita extrascolastici sani, istituire percorsi formativi che coniughino il “fare” al “saper fare”, unire il tema delle politiche sociali al tema della scuola.

Quanto al tema della “memoria civile”, possono essere attuate iniziative con le associazioni per l’adozione dei luoghi della memoria, attraverso la valorizzazione e la cura degli spazi, affinché non cadano nell’abbandono urbano, sinonimo di indifferenza civica e istituzionale.

La quarta delibera riguarda la “lotta alla corruzione”, che passa anche attraverso una composizione rigorosa delle liste, che troppo spesso cede il passo a logiche elettoralistiche. Ma successivamente alle elezioni sono necessarie azioni per la trasparenza e pluralità degli incarichi esterni, il monitoraggio degli atti pubblici da parte dei cittadini, le nomine con procedure di evidenza pubblica.

Sul tema “usura, racket e gioco d’azzardo”, si chiede uno sportello comunale di ascolto e accompagnamento alla denuncia per le vittime di usura, incentivi per gli esercizi commerciali che si sottraggano all’estorsione del racket e per “esercenti no-slot”, percorsi educativi contro la ludopatia.

Il welfare, infine, è “il primo strumento di contrasto alle mafie”. Nei quartieri periferici, i servizi sono scarsi e, per questo motivo, Libera chiede di sviluppare politiche di lotta alla povertà, a tutela di minori, anziani, migranti, disabili: servizi sociali di prossimità in ogni quartiere; compartecipazione allo sviluppo dei piani di zona; politiche integrate contro la violenza di genere; percorsi di agevolazione per l’occupazione femminile.

«Sono sei proposte concrete – conclude Aveta – che sposiamo in pieno. Sono sei sistemi per attuare politiche etiche, culturali, sociali, innovative, per combattere mafia e corruzione attraverso la cultura, il lavoro e il welfare, per rigenerare la città».

Redazione