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MADDALONI- Emergenza ambientale. Ma anche emergenza tutela del commercio e della vita quotidiana dei residenti. Questi ultimi, sono tornati a vivere da barricati in casa mentre le attività commerciali di fatto paralizzate. E’ di nuovo mobilitazione contro l’insostenibile impatto ambientale dei cantieri della Bari-Napoli. Ieri mattina, una delegazione ha raggiunto i cantieri per esternare, in modo vivace ma civile, tutto il disappunto per le nuvole di polveri, la totale mancanza di  dispositivi contro la dispersione causata dai venti, l’assenza di teli di protezione e sistemi di captazione e soprattutto l’invasione di pulviscolo nelle case distribuite tra Maddaloni Superiore, via Ponte Carolino, via San Salvatore, Formali. Informati dell’emergenza i Carabinieri, la Polizia Municipale e l’Ufficio tecnico. E’ difficile vivere, lavorare e stazionare nei pressi delle aree interessate ai nuovi movimento terra. Il problema è che sono state eluse, con le nuove attività, le direttive dell’Ufficio tecnico sul contenimento degli effetti delle «attività impattanti». La terra è ovunque nei vani terranei, sui tetti e addirittura sul fondo della piscina del vicino lounge bar. «A questo punto, dopo due anni di denunce, battaglie e solleciti –ribattono gli aderenti dell’associazione Re.curo, che tutela i Formali- confidiamo solo nella pioggia. Solo le precipitazioni, magari intense, ci potranno liberare da questo incubo visto che  i sistemi di mitigazione protezione non sono attivi». Se le opere vanno fatte e la Bari-Napoli non deve fermarsi, vanno fermate le dispersioni di polveri in atmosfera.

Redazione