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MADDALONI- Avevamo scritto che si preparava la rivincita dei commercianti e delle imprese che gestiscono le istallazioni pubblicitarie. Dopo le diffide, le polemiche, arriva il primo atto che ferma l’abbattimento forzato e le gru. La società Vados, gestore di impianti da vecchia, data ha chiesto di accedere alla sanatoria. E il Tar, come ha documentato questa mattina il quotidiano Il Mattino, ha stanato l’ente locale: non può trincerarsi dietro il silenzio e non pronunciarsi. Il gioco della fuga delle risposte è finito. Al momento, sono stati rimossi 120 impianti collocati sul suolo pubblico ma sono stati salvati circa 30 presenti su suoli privati. Quindi, la rimozione non può essere uguale per tutti o ubiquitaria. Intanto, tutti i titolari di concessioni degli impianti pubblicitari, regolarmente autorizzati dall’ufficio tecnico comunale ma rimosse non si considerano affatto abusivi. Così, sono arrivati già a chiedere 50 mila euro di indennizzi: contabilizzano danni, procurati dal comune, per «rimozione irregolare e ingiustificata sommata al procurato danno commerciale per l’impossibilità di rispettare i contratti delle campagne pubblicitarie nazionali, già pianificate, pagate e interrotte». I ricorrenti ammettono una sola deroga: la rimozione degli impianti non  in regola con le regole di sicurezza del codice della strada (art.23) o con gravissime ripercussioni sulla sicurezza della viabilità. Su tutto il resto è guerra aperta. Il tentativo è ribaltare le accuse. I gestori vogliono trascinare il comune sul banco degli imputati poiché «omette di rilevare e sanzionare le insegne, parimenti abusive o discutibili, a partire dalle installazioni con dimensioni 3×4 e inferiori». Il Far West della pubblicità esiste ma riguarda soprattutto le piccole insegne, la cartellonistica e tutti gli annunci pubblicitari presenti sull’intero territorio. Al di là delle legittime dimostranze di parte, più o meno fondate, a mancare è il dialogo e un confronto costruttivo tra le parti. Il comune è accusato di «amnesia amministrativa e di rimozioni a senso unico». E’ una guerra che è destinata a riservare altri colpi di scena.

Redazione