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di Amelia Ziccardi

Rientro forzato
Si approssima la data del rientro a scuola. Nulla è  cambiato  se non l’aumento dei contagi. Per il resto, si continuerà ad andare in classi sovraffollate, senza un sistema di purificazione dell’aria,  pronti a tollerare i comportamenti scorretti degli alunni, soprattutto i più grandi, restii  ad osservare anche le regole più elementari , come quella di indossare la mascherina. Ma per carità: guai a farlo notare, c’è  il rischio di perdere clienti in questa impresa-babele  che qualcuno si ostina ancora a definire “scuola,” parcheggio gratuito di bambini e ragazzi, alla quale non si chiede più di “dare una istruzione”   ma di dare un diploma, a tutti i costi , senza permettersi di fermare l’allievo che ne avrebbe bisogno, una scuola facile , di bassa qualità ma soprattutto poco sicura  visto che in questi giorni, nonostante la crescita dei contagi, nulla si è  messo in campo, per evitare che le classi diventino il “miglior” veicolo del virus
Viene scartata l’ipotesi di un rinvio dell’apertura così come fare ricorso, per un breve periodo   alla DAD
Si creerebbe un grande disagio ai genitori che lavorano, costringendoli a stare a casa.
È  risibile la soluzione proposta: niente ore di scienze motorie e di musica
E questa sarebbe la grande trovata?
Ma dove sono i promessi screening all’ingresso , dove sono i medici competenti  come ricordava anche il protocollo d’intesa per l’anno scolastico 2021/2022, firmato il 14 agosto , che citava  la necessità di “favorire l’individuazione, in tutte le scuole, del medico competente che effettui la sorveglianza sanitaria di cui all’articolo 41 del Decreto 81/2008 nonché la “sorveglianza sanitaria eccezionale””
Vuoto assoluto
Nel frattempo i docenti, categoria per tanti privilegiata, che vengono presi a  botte dai genitori, offesi dagli alunni , bacchettati dai dirigenti a capo dell’azienda,  oops  un lapsus, della scuola, pagati male   mortificati  e rassegnati al decadimento totale del sistema di istruzione ( sia chiaro però, solo quelli che hanno scelto questa professione, per passione)   ebbene fra poche ore, torneranno a fare il loro lavoro, esposti al pericolo di contagio, perché  per carità  non creiamo allarmismi, la scuola deve comunicare serenità, non creare ansia
Ma non è che per qualche mese si potrebbe pensare ad insegnare, anche in modo forzoso, il rispetto,  l’educazione, un  po’ di italiano  giusto per portare il numero di vocaboli conosciuti dagli alunni odierni  da 200 a 500…non è  che per qualche mese vogliamo mettere da parte progetti, verifiche a crocette, interrogazioni programmate e tornare ad scuola vera?

Redazione