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Nella mattinata odierna, i finanzieri del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di finanza, su delega
della Procura della Repubblica di Roma, stanno dando esecuzione ad una ordinanza emessa dal G.I.P. del
Tribunale capitolino applicativa di misure cautelari personali nei confronti di sette persone, indagate, a vario
titolo, per i reati di cui agli artt. 110, 318, 319, 319-bis, 321 c.p..
Nel dettaglio, la misura degli arresti domiciliari riguarda:

  • un imprenditore romano, risultato amministratore di fatto e/o di diritto di n. 3 società e di una fondazione, che
    hanno ricevuto, nel periodo 2018-2021, affidamenti da parte di Istituti scolastici per circa 23 milioni di euro;
  • tre soggetti, collegati al predetto imprenditore, che sarebbero intervenuti, a vario titolo, nella dazione delle
    utilità;
  • due dipendenti del Ministero dell’Istruzione, uno dei quali recentemente pensionato, che avrebbero posto in
    essere atti contrari ai doveri d’ufficio a fronte delle utilità ricevute dall’imprenditore.
    A carico di un terzo dipendente del citato Ministero, è stata applicata la misura interdittiva della sospensione
    temporanea per un anno dall’esercizio del pubblico ufficio.
    In base agli elementi raccolti nel prosieguo delle indagini, sono emersi indizi secondo i quali l’imprenditore
    romano, già sottoposto agli arresti domiciliari per aver corrisposto utilità al Capo Dipartimento per le risorse
    umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’Istruzione, è stato oggi attinto da analoga misura cautelare per
    ipotesi di corruzione di ulteriori funzionari e dirigenti del medesimo Ministero.
    Sulla base del quadro accusatorio delineatosi nel corso delle indagini preliminari, l’imprenditore avrebbe potuto
    contare sulla collaborazione fornita dai dipendenti del Ministero dell’istruzione, secondo uno schema
    sinallagmatico di scambio di interessi tradotti in vantaggi economici per l’imprenditore e utilità per i predetti
    pubblici dipendenti.
    Lo stesso sarebbe stato, così, in grado di conoscere anticipatamente i contenuti dei bandi per il finanziamento di
    progetti scolastici apportandone le modifiche necessarie per favorire le sue società e avrebbe partecipato a
    riunioni strategiche presso il Ministero dell’Istruzione per concordare la distribuzione dei finanziamenti destinati
    ad alcuni istituti scolastici.
    In tale quadro, due soggetti dipendenti dell’imprenditore, oggi posti agli arresti domiciliari, avrebbero contribuito
    alla predisposizione del contenuto dei bandi di gara anticipati in modo che potessero essere agevolmente
    aggiudicati agli enti riconducibili al medesimo imprenditore e, nel contempo, avrebbero partecipato
    consapevolmente alla dazione delle utilità in favore dei pubblici ufficiali, occupandosi delle modalità operative
    per l’assunzione o il conferimento di incarichi e per i pagamenti delle spese richieste o sostenute per conto dei
    predetti pubblici ufficiali.
    La misura degli arresti domiciliari ha riguardato anche un soggetto campano, titolare di una ditta individuale con
    sede in Marcianise (CE), che avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti allo scopo di fornire una
    giustificazione contabile al denaro in uscita dalle società dell’imprenditore romano destinato, in realtà, a coprire
    le spese sostenute in favore del Capo Dipartimento.
    Per quanto concerne i tre dipendenti del Ministero dell’Istruzione:
  • il dirigente, ora in pensione, avrebbe percepito utilità consistenti nel pagamento dei canoni di locazione di un
    appartamento sito in Roma per il periodo febbraio 2020 –giugno 2021, pari a circa 40.000 euro nonché per i
    lavori di ristrutturazione pari a circa 15.000 euro, effettuati nel 2021 su un immobile di proprietà, anch’esso sito
    nella Capitale;
  • la funzionaria avrebbe ottenuto dall’imprenditore il pagamento pari a circa 69.000 euro per una camera
    utilizzata dal fratello, presso un Bed and Breakfast di Roma, per il periodo febbraio 2019 – giugno 2021;
  • il funzionario, oggi attinto dalla misura della sospensione temporanea dall’esercizio del pubblico ufficio,
    avrebbe ricevuto beni in natura pari a circa 5.000 euro (motorino e computer).
    In considerazione di quanto precede, il G.I.P. ha, altresì, disposto, nei confronti dei tre sopra citati pubblici
    ufficiali indagati, il sequestro preventivo pari alle somme oggetto di corruzione.
    Va in questa sede evidenziato che il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari e che fino a
    sentenze definitive vale la presunzione di non colpevolezza.
Redazione