00 2 min 2 anni

MADDALONI- Diavolo di un Imperatore. Ignazio La Russa, eletto presidente del Senato, grazie a 17 voti che arrivano dall’esterno del perimetro della maggioranza. E tutti si chiedono e si interrogano su chi sia stato. Indiziati numero uno i “gemelli diversi” Renzi-Calenda. Ma non basta. Numeri alla mano, il pallottoliere indica che ci sia stato anche qualche altro aiutino. E allora, gli opinionisti sdogano, nel giorno del vaffa berlusconiano, l’idea del nuovo modello di politica trasversale. Insomma, la caccia ai franchi tiratori protagonisti dell’elezione. Un falso problema e nessun mistero. Solo se avessero posto attenzione alle strategie politiche del democristiano De Filippo… Caro democristiano di recente formazione Matteo Renzi non ti crucciare. Stai riproducendo cose già sperimentate. A Maddaloni, da quattro anni l’Imperatore ci ha messo già la coda: c’è una maggioranza uscita dalle urne. Poi una maggioranza che contiene la prima e non la contraddice che ha un’orbita più larga con Italia dei Valori (che in consiglio non c’è) ma che ha aderenti nel civico consesso. Non basta. Esiste anche una vasta adesione di sensibilità che indirettamente sono sensibili alla narrazione politica di De Filippo. E da questa fucina uscirà la coalizione che si presenterà alle prossime amministrative. Insomma, chi è stato a far eleggere La Russa? La risposta è: il metodo De Filippo, il democristiano che nuota in una piscina il cui perimetro è ben più largo di quello concesso dagli elettori. Ma democristiani non si diventa, si nasce.

Redazione