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di Elio Bove

“Indubbiamente un’idea forte che porta diritto alla nascita di fattive collaborazioni. Altrove già ci lavorano da tempo con addirittura reti di Comuni. E’ il caso della rete dei Comuni della Toscana dove si tenta di lavorare assieme e di mettere a sistema tutte le pratiche innovative, coinvolgendo anche la Regione”.

La nuova idea per il Macrico è: promuovere una gestione condivisa dei beni comuni che sia al contempo economicamente sostenibile e socialmente inclusiva. Permettere la partecipazione democratica di tutti i soggetti coinvolti nei Beni Comuni senza perdere efficienza ed efficacia è il nuovo obiettivo per favorire lo sviluppo dell’Economia Civile anche a Caserta. Insomma un cantiere permanente di lavoro sulla promozione e modellizzazione di nuove strategie di sviluppo, di cui i beni comuni sono sempre stati un punto focale. Indubbiamente un’idea forte che porta diritto alla nascita di fattive collaborazioni. Altrove già ci lavorano da tempo con addirittura reti di Comuni. E’ il caso della rete dei Comuni della Toscana dove si tenta di lavorare assieme e di mettere a sistema tutte le pratiche innovative, coinvolgendo anche la Regione. Far nascere un Laboratorio istituzionale per i beni comuni sembra sia diventata la nuova prospettiva non di facile realizzazione in una realtà in cui dovrebbero convivere scienza, economia e società civile. Un indubbio valore aggiunto non solo per la città di Caserta. Un valore aggiunto che attraverso laboratori ad hoc dovrebbero mettere intorno ad uno stesso tavolo cittadini diversi per l’esclusivo fine di far crescere la comunità ed il territorio. Un tavolo laboratoriale dove si sviluppa una sorta di ” coscienza collettiva del territorio ” in cui gli aspetti produttivi, sociali e personali, si mescolano con altri di tipo culturale, dando origine, intorno ai beni comuni, anche a ulteriori capacità , competenze e attività connesse. L’economia civile è interessante perché si pone appunto come un laboratorio aperto, di idee e di prassi. Insomma è una modalità per portare in rete tutta la società, mettendola a confronto, con un coinvolgimento corresponsabile e “generativo” in cui prevale il benessere dei cittadini al fine di incanalare e attingere risorse. Se enti pubblici, business community e società civile si adoperassero per questo, quanti vantaggi potremmo avere? Non riusciremmo forse a ridare contenuto e smalto a quel “patto sociale” che è la Costituzione sempre più dimenticata?

Redazione