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di Antonio Del Monaco

Siamo nel terzo millennio, nell’era del progresso e della tecnologia, nel secolo delle pari opportunità… dicono.
Eppure in molte parti del mondo i diritti più elementari, quelli fondamentali, sono completamente calpestati, per non dire inesistenti.
Quello che sta succedendo in Iran è dato quasi per scontato… ci si fa caso di sfuggita, come fosse fatto normale e risaputo ormai.
Noi, in fondo, siamo presi dalla guerra in Ucraina, dalle difficolta’ energetiche, dal caro bollette… ma ben poco ci soffermiamo sulle ingiustizie perpetrate, come crociate, contro giovani donne e uomini che provano strenuamente a gridare per farsi ascoltare, attraverso manifestazioni pacifiche… e vengono massacrati. Come in un film dell’orrore o nel peggiore dei videogames.

L’Iran ha resa nota l’ennesima condanna a morte, l’ennesima atroce esecuzione…a fatto compiuto.
Una giovane vita fermata durante le proteste innescate dalla morte di Mahsa Amini, detenuta per non aver indossato il velo in modo appropriato.
Si tratta di Majidreza Rahnavard, 23 anni, accusato di aver accoltellato a morte due membri delle forze di sicurezza il 17 novembre a Mashhad e di averne feriti altri quattro: è stato ucciso dopo soli 23 giorni dall’arresto, in tempi lampo, senza avvocati, senza processo.
Le immagini dell’esecuzione in una delle strade di Mashhad, nel nord est dell’Iran, la città in cui il giovane era nato e cresciuto.

Gli attivisti avvertono che anche altri potrebbero essere messi a morte nel prossimo futuro, affermando che circa una dozzina di persone hanno finora ricevuto condanne a morte per il loro coinvolgimento nelle manifestazioni.
La scorsa settimana, Mohsen Shekari, anche lui poco più che ventenne, è stato impiccato dopo essere stato giudicato colpevole di “aver dichiarato guerra a Dio”.
Si parla di “dozzine di condanne a morte”, di “serio rischio di esecuzioni di massa di dimostranti”.
Secondo i media dissidenti, i condannati alla pena capitale dopo l’arresto durante le proteste sono almeno 28.
È trapelata anche la notizia della condanna alla pena capitale per un ex calciatore e un attore teatrale. l’Iran ha annunciato, inoltre, nuove sanzioni contro 10 individui e 5 entità europee, in risposta alle restrizioni annunciate dal capo della diplomazia dell’Ue, Josep Borrell: nella lista compaiono politici e militari tedeschi e anche il settimanale satirico francese Charlie Hebdo, che nei giorni scorsi aveva
indetto una competizione internazionale per vignettisti chiedendo di inviare una caricatura della Guida suprema dell’Iran Ali Khamenei.
Mi chiedo: è possibile usare la religione per soffocare la libertà di un popolo? Questi signori /padroni di una religione che invece di sprigionare amore, calpesta i diritti con esecuzioni capitali, comunicano che i condannati a morte“ hanno dichiarato guerra a Dio”.
Ma di quale Dio si parla? Un Dio che ammazza non è degno di essere chiamato in tale modo.
Sono certo che questi capi, che utilizzano la religione per esercitare un potere dittatoriale, alla loro morte saranno rifiutati anche da Lucifero.
Esistono colpe definite e colpe indefinite.
Ebbene, per questi signori, la cui colpa è indefinita, esiste, all’atto della morte, un luogo oltre l’inferno, dove eternamente saranno assaliti dai rimorsi per i danni immensi provocati al popolo, utilizzando una bandiera religiosa criminale.
È mia intenzione costruire a breve tempo un gruppo su facebook, ove saranno riportate tutte le notizie inerenti questi crimini; e lo stesso gruppo vuole essere un segnale di protesta contro i poteri mascherati dietro un linguaggio blasfemo!

Redazione