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La sindrome di Tafazzi ovvero farsi male da soli e godere. La retorica dell’opposizione del cambiamento non regge: meglio una candidatura certa che fare l’opposizione scomoda

MADDALONI- Liberi tutti: politicamente parlando, è in affitto (per le prossime amministrative) il Pd circolo di Maddaloni. Dalla sinistra “falce e martello” alla sinistra “salsiccia e friariello” il passo è stato breve. Elezioni ammnistrative 2010: scompare la sinistra estrema ovvero collassano i rifondatori e i vari epigoni dei comunisti italiani. Amministrative 2023: il Pd chiude i battenti, dopo aver celebrato la retorica delle primarie e la figuraccia delle “tessere pezzotte”. E’ il degno epilogo indecoroso dopo averci deliziato nel 2017 con la battaglia delle primarie, prima celebrate, poi avversate e infine culminate nella sconfitta al ballottaggio. Poi, con la lista tenuta in piedi a stento, dopo la fuga degli espulsi, nel 2018. E ora, siamo al taffaziano automartellamento degli attributi. E’ la fine di un partito «logorato dalla sua stessa mancanza di idee» e dalla logica dell’affiliazione o appartenenza al referente regionale di turno. Siamo chiari: mai un caporale di giornata è diventato un generale e nemmeno un valente soldato di ventura. Così, siamo alla libera uscita. Il Pd è, a Maddaloni, un partito liquido in cerca di contenitori.

Candidati verso le liste di Santangelo e verso “Cantiere delle Idee”

Così, il partito non presenterà la lista ma riverserà candidati in altri contenitori politici o liste. I “Democratici per Maddaloni”, che hanno sostenuto Elly Schlein alle primarie, presenteranno probabilmente un candidato nelle liste che fanno capo al consigliere regionale Enzo Santangelo. Molti altri movimenti in uscita si registrano verso il “Cantiere delle Idee” di Pino Magliocca. Non buona pace della retorica del campo largo, della sinistra alternativa, della lotta alle destre, della mobilitazione contro l’autonomia differenziata, una candidatura e possibilmente un seggio in consiglio comunale vale bene una giravolta a 360 gradi. Indifferenti alla nausea provocata nell’elettorato, si chiude. La riorganizzazione del partito e la lotta delle tessere si rimanda a data da destinarsi. E la città? Il territorio? Gli elettori he cercano alternative? E le battaglie dell’opposizione? Se ne riparla a settembre. Arrangiatevi. Ora, bisogna posizionarsi…

Redazione