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Ormai, siamo agli sgoccioli e non parlare del Referendum è come non parlare di Maradona a Napoli. In queste ultime ore ci si informa, ci si riunisce, si partecipa ad incontri, si interviene ai dibattiti…ma non tutti. C’è sempre quella misera e infima porzione di persone che sceglie di stare “nel mezzo”: la terra di nessuno, del niente. E sono proprio quelle persone la causa e la rovina di tanto malessere in Italia. Sono quelli che si coccolano nel loro lavoro, la loro posizione sociale, il loro disinteresse. Quelli che preferiscono il 100esimo caffè del giorno al bar con l’amico, ai motivi del SI, del NO. Quelli che nella vita non prenderanno mai una posizione perché abituati ai suggerimenti in famiglia, o peggio ancora, mossi dal sentito dire. Sono quelle persone che non vivono la politica in modo distaccato e disinteressato, ma la vedono come un mestiere fatto da vecchi, un mezzo. La considerano una posizione sociale nella vita di tutti i giorni, senza sapere che anche scambiare un’opinione tra conoscenti è fare politica. Ne abbiamo visti tanti in questi giorni, queste settimane, eppure c’è sempre quel gruppetto che sparisce. Quelli che mandano di continuo le notifiche nei gruppi WhatsApp, dai tremila inutili messaggi al giorno. Abbiamo trascorso e trascorriamo ancora tutto il nostro tempo a parlarci sempre delle solite cose: figli, battesimi, matrimoni, promesse, lavoro, uscite. Eppure, nessuna comitiva si è riunita per dire: CHE VOTIAMO A QUESTA RIFORMA? Nessuno vuole apparire pesante, nessuno vuole costringervi a fare un qualcosa che non avete voglia di fare…però…diamine signori, qui si fa la storia! Possibile che vi scivoli tutto di dosso? Che questo argomento non stuzzichi o solletichi minimamente la vostra testa, la vostra coscienza? Eppure è solo un giorno, perché dal 5 dicembre torneremo tutti alla solita monotonia di sempre.

Gianmarco Viggiano

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