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MADDALONI-  Lo stato di crisi finanziaria può innescare una crisi societaria e infine sfociare in una condizione di insolvenza. Nessuno avrebbe potuto mai immaginare che il tanto auspicato “riavvio del completamento edilizio della piattaforma intermodale” poteva trasformarsi in una crisi molto incerta che rischia di travolgere gli edili disoccupati e anche i dipendenti strutturati dell’Ise (Interporto Sud Europa) che non ricevono lo stipendio da tre mesi. L’on. Antonio Del Monaco, che ha condotta una serie di incontri-confronti con i sindacati, i vertici dell’Ise e le imprese, ci fa il punto sulla situazione.

Ci eravamo lasciati lo scorso novembre con lo scioglimento degli appalti e ci siamo ritrovati nel bel mezzo di una crisi finanziaria. Che sta succedendo?

Si stanno palesando gli effetti dell’attività investigativa in corso. Sebbene l’Ise abbia subito dichiarato la sua estraneità ad ogni addebito, le banche hanno congelato il portafoglio quindi tutte le attività finanziarie, titoli, ordini, ecc.

E questo ha innescato un effetto a catena?

Purtroppo si. Perchè si era travata una via d’uscita e si era abbozzato un ipotetico cronoprogramma di riapertura dei cantieri e di ritorno a scaglione degli edili al lavoro. Ma adesso anche le aziende affidatarie delle commesse, in assenza di garanzie finanziarie, stanno facendo un passo indietro. E’ il caso dell’Edimo affidataria di un capannone a Maddaloni, capace di liberare almeno 20 nuovi occupati.

E adesso, che succede?

Si spera che la vicenda finanziaria possa risolversi al più presto. Nel frattempo, per i sette edili (in scadenza degli ammortizzatori sociali) sono state trovare soluzioni occupazionali tampone. Personalmente, sto sondando e sollecitando anche gli imprenditori. Non esiste una soluzione soddisfacente che non coincida con il riavvio di tutte le opere. E per questo, la verifica sull’evolversi della crisi è diventata giornaliera.

Redazione