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MADDALONI- Urbanistica sperimentale sul territorio di Maddaloni. Se a Milano, l’architetto Stefano Boeri ha lanciato il “modello del bosco verticale”: due torri per la rigenerazione ambientale, la biodiversità e la densificazione verticale della natura; a Maddaloni parte la sperimentazione del “marciapiede prato” o “prato orizzontale sollevato dalla strada”. Se il “Bosco verticale” punta al rimboschimento, il “marciapiede prato” punta ad incrementare gli spazi verdi urbani. Nel “Bosco Verticale meneghino” sono ospitati 800 alberi, 4.500 arbusti e 15.000 piante che crea uno speciale microclima, produce umidità e ossigeno, assorbe particelle di CO2 e polveri sottili. Il “prato marciapiede” è ancora più avanti: non costa. Non crea problemi di manutenzione. Poi far crescere alberi sui balconi costa. Mentre il “prato marciapiede” è spontaneo. Può anche essere colonizzato da uccelli e insetti, trasformando il “prato marciapiede” spontaneo in sito per piante e animali. La realizzazione di un certo numero di “prato marcipiedi” in città potrà dare vita a una rete di corridoi ambientali, che animeranno  l’ecosistema dei principali parchi urbani, collegando i diversi spazi di crescita della vegetazione spontanea. Urbanistica all’avanguardia, ecologia applicata al sistema urbano e generazione di nuovi tipi di paesaggi variabili, che possono cambiare la loro forma in ogni stagione secondo le tipologie delle piante coinvolte. E poi possono essere usati anche per occultare la monnezza. Maddaloni è avanti rispetto a Milano. mentre il bosco verticale ha bisogno di un complicato sistema di gestione e di vasche, il “parto orizzontale” invece no: basta non fare nulla cresce da solo e regge all’urto di tutte le stagioni. E soprattutto è ubiquitario e non è un lusso dei quartieri bene: erba per tutto e in quantità industriali dal centro alle periferie.

Redazione