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CASERTA- (di Elio Bove) Non c’era campagna elettorale in cui la centralità del Territorio veniva ad essere indicata nell’aeroporto di Grazzanise. Non c’era politica pronta scommettere sulla sua realizzazione; non c’era priorità più importante dello scalo di Grazzanise. E’ tutto svanito! Basta leggere l’agenda della politica casertana, per farsi un’idea. Nessuno ne parla più e il popolo dimentica senza difficoltà alcuna. Volano di grande sviluppo, con il Policlinico di Caserta e l’interporto Marcianise–Maddaloni, l’infrastruttura casertana serviva per il completamento del sistema aeroportuale della Campania, atteso da oltre 50 anni. Quando sembrava tutto fatto nel 2009, con l’atto di intesa programmatica tra Enac e Gesac (già titolare del diritto di ampliamento della concessione totale dell’aeroporto di Napoli Capodichino), un blackout, su cui mai nessuno ha chiesto spiegazione, ha spento ogni speranza.Eppure sul tavolo vi erano i fondi Fas del Cipe da mettere in tasca e portarli a destinazione. La Giunta regionale di Antonio Bassolino, per intervento diretto dell’assessore Cascetta, fece realizzare anche uno studio di fattibilità sulla filiera aeroportuale della Campania. Un vero capolavoro di carte, tabelle, cifre e dati, che dava per sicuroun volume di traffico passeggeri di 10 milioni nel 2020 e di 15 al 2030, fino ai possibili 24 milioni del 2043. Con queste previsioni, il solo aeroporto di Capodichino non sarebbe stato più sufficiente a soddisfare l’eccesso di una nuova domanda del settore. Lo scalo di Grazzanise era destinato ad assorbire, un poco alla volta, la domanda del nuovo scenario dei cieli campani. Di colpo si era spezzato il napolicentrismo, di cui era accusato Antonio Bassolino, per una svolta epocale in casa nostra. Grazzanise doveva essere realizzato entro il 2012 e doveva essere un aeroporto di tipo 4E/F, in grado cioè, di ospitare anche i velivoli di maggiori dimensioni come i Boeing 777 e gli Airbus A380; avrebbe dovuto ospitare principalmente un traffico internazionale-intercontinentale e di tipo turistico nazionale ed intraeuropeo, e costituire per questo un’idonea base per vettori low cost. Fine della favola, fine di un sogno! In piedi sono rimasti solo Capodichino e Pontecagnano, potenziati a discapito di Grazzanise e con collegamenti giornalieri tra Napoli e New York.

Redazione