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MADDALONI- C’è la firma. A cinque anni dal sequestro, il Comune di Maddaloni e l’Arpac siglano un protocollo sulla verifica ultimativa sulle indagini fisico-chimiche che si stanno effettuando sull’invaso dell’ex Cava Monti. Tutto quello che accadrà sull’invaso, sulle matrici ambientali e e il controllo delle acque di superficie e quelle captate da 40 impianti di sollevamento distribuiti sui 65 ettari (entro un raggio di due chilometri dall’ex cava di Masseria Monti) passerà attraverso l’Arpac. E’ il primo passo verso la messa in sicurezza. Perchè sui dati certificati, l’Invitalia redigerà le proposte progettuali per il sito che saranno finanziate dai 15 milioni di euro messi a disposizione dalla regione. Tutto questo accade nel totale disinteresse di una larga fetta della politica locale capace di ragionare solo di Puc, destinazioni d’uso (come accade ormai dal lontano 1994) e quindi si guarda l’ombelico. Ma, al momento, i temi qualificanti del diritto alla salubrità ambientale, della tutela delle matrici ambientali e del territorio non è oggetto (fatte debite e doverose eccezioni) di pubbliche prese di posizioni, di esternazioni e nemmeno dei mitici convegni di chiara ispirazione politica. Poichè non interessa a nessun ve lo diciamo noi: oggi, ci sarà un altro decisivo passo in avanti o una svolta per il futuro di un invaso inquietante, le sue fumarole e i 300 mila metri cubi si rifiuti speciali sepolti (dati Ctu della Procura). Nel frattempo, buon Puc a tutti…



Redazione